Politica

Le vostre lettere per il 25 aprile 2024

Le vostre lettere per il 25 aprile 2024 – Maicol e Mirco

MILANO 1994 - 2024 Scriveteci e raccontateci come vorreste che fosse questo 25 aprile e cosa farete perché la festa riesca: sipotrebbe@ilmanifesto.it

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 28 marzo 2024

Torniamo insieme a Milano il 25 aprile? Cosa pensate del nostro appello? State già organizzandovi o pensate di farlo?

Da oggi chiediamo a tutte le lettrici e tutti i lettori del manifesto, a tutte le amiche e gli amici, le compagne e i compagni di darci una mano, diffondendo la notizia e la proposta. E raccontandoci poi che cosa si muove in vista del giorno della Liberazione.

Da sole e da soli o in gruppo, dai luoghi di lavoro o dalle associazioni e dai collettivi, scriveteci a sipotrebbe@ilmanifesto.ite controllate sul nostro sito quello che si muove.

Scriveteci e raccontateci come vorreste che fosse questo 25 aprile e cosa farete perché la festa riesca: sipotrebbe@ilmanifesto.it

Le adesioni nazionali di associazioni, testate, partiti, sindacati, movimenti, etc. sono raccolte qui

I fasci rosicano irrimediabilmente ogni volta che qualcuno canta Bella ciao. Se rifacciamo in grande la manifestazione di trent’anni fa – magari addirittura col sole – va a finire che gli piglia un coccolone. Confermo subito l’adesione.
Luigi Piccioni

Ho letto tante lettere scritte a Il Manifesto. In molte viene sottolineato che il 25 aprile deve diventare l’occasione per mettere al centro i temi più svariati, per quanto fondamentali, come la pace, la violenza di genere, l’ambiente, la sicurezza sul lavoro, l’immigrazione. Così facendo rischiamo però di dimenticare che il 25 aprile è prima di tutto l’anniversario della vittoria di una lotta di liberazione contro una dittatura feroce e disumana. In cui donne e uomini hanno combattuto e sacrificato la propria vita per portarla a termine. Rischiamo di dimenticare nomi come Marzabotto, Fosse Ardeatine, Sant’Anna. Cosa rappresentava la ricorrenza del 25 aprile lo sapevano bene i neofascisti del MSI tanto da portare avanti una campagna sul loro giornale Il Secolo d’Italia in cui ne chiedevano l’abolizione. La lotta partigiana è stata la premessa dolorosa ma indispensabile per la nascita della democrazia e della nostra costituzione che afferma principi universali come il ripudio la guerra come forma di risoluzione delle controversie fra le nazioni, la parità di diritti fra uomini e donne, il diritto al lavoro, la libertà di culto religioso. È questo che va portato con forza e con una sola voce in piazza il 25 aprile in tempi in cui nuovi fascismi stanno germogliando in tutta Europa, Italia compresa, insinuandosi, con facce serene, cravatte intonate alla camicia e tailleur pastello nelle inevitabili crepe di ogni democrazia, approfittando della  disattenzione e della poca vigilanza di cui ci stiamo rendendo colpevoli.
Roberto Ronzani

Buongiorno Compagni, Aderiamo con gioia e gratitudine al vostro appello per essere tutti a Milano in Piazza Duomo il 25 Aprile. Cercheremo di esserci anche noi 58ttini. Grazie di esistere!
Gianfranco Mazzeo

Cari/e amici/he e compagni/e de “Il Manifesto”, ritengo che sia veramente molto giusta e opportuna l’idea che avete avuto di una grande manifestazione antifascista il prossimo 25 Aprile, in continuità con quella veramente straordinaria del 1994 a Milano (posso dire con soddisfazione “io c’ero” – con lo striscione della Rete Antirazzista di Firenze -): una manifestazione che sarà in primo luogo per la pace e contro la guerra, essendo parte la violenza bellica – e, più in generale, la violenza tout court – del pensiero, se così si può dire, e dell’azione di ogni fascismo – o post-fascismo, come si usa dire oggi -. In un mondo che scivola sempre di più verso la terza guerra mondiale – che porterebbe inevitabilmente all’uso delle armi nucleari -, in cui tutti i giorni, in Ucraina ed in Palestina, per citare i luoghi più vicini a noi, si bombardano città, si uccidono civili, compresi decine di migliaia di bambini/e, si commettono crimini contro l’umanità e veri e propri genocidi – vedi ciò che sta facendo il governo israeliano di Netanyau a Gaza -, la pace (la ricerca costante ed ostinata della pace) è il primo obiettivo che ci dobbiamo porre. Dobbiamo fare nostra l’affermazione “Se vuoi la pace, prepara la pace”, al centro delle iniziative di Ernesto Balducci negli anni ‘80, in pieno contrasto con il detto degli antichi romani “Se vuoi la pace, prepara la guerra”, oggi irresponsabilmente rilanciato da autorevoli personaggi dell’Unione Europea. Occorre che la maggioranza, in gran parte silenziosa, che è indubbiamente per la pace, si manifesti, acquisti visibilità, ponga finalmente un freno ai venti di guerra sempre più forti e riprenda in mano il proprio destino, contro ogni tipo di scontro bellico, contro l’invio di armi ai paesi che si stanno combattendo, per la riconversione delle fabbriche d’armi (ed anche contro la guerra nei confronti dell’ambiente e quella degli uomini violenti contro le donne).
Il 25 Aprile, nel nome della Costituzione nata dalla Resistenza – quella Costituzione che “ripudia la guerra” –, dobbiamo dare gambe e voce, con una grande manifestazione, a quella che oggi è una priorità assoluta, l’impegno per la pace.
Prima che sia troppo tardi. Saluti resistenti.
Moreno Biagioni, Firenze

Milano, alla festa per la Liberazione del 25 aprile
Milano, alla festa per la Liberazione del 25 aprile, foto LaPresse

Carissimi, ricordo molto confusamente – a dir la verità – la Manifestazione del 1994. Ma sono sicuro che c’ero, ed è certo – se possibile a maggior ragione – che ci sarò anche quest’anno.  Ora, non voglio certo rimpiangere tempi comunque orribili, ma una differenza enorme – comunque la si voglia mettere – c’è: trent’anni fa non si viveva in uno stato di guerra (o di “quasi” guerra). Non mi sento affatto un “pacifista” nel senso proprio e corretto del termine, e tuttavia credo che la tematica del rifiuto della guerra vada assolutamente messa in primo piano, per così dire addirittura isolata dalle altre (per restare alla Resistenza del resto, che cosa avevano in comune un azzurro badogliano e filo-monarchico; uno stalinista e un liberale? All’interno di una Manifestazione dunque in cui anche tutti gli altri contenuti (libertà, uguaglianza, giustizia, antifascismo, antirazzismo e tanti altri…) andranno certo gridati forte, tuttavia credo che l’opposizione alla guerra debba trovare anche un suo proprio spazio, per mettere in chiaro  che – prima di tutto – non vogliamo ucciderci. Inguaribilmente illuso, ho tuttavia una speranza di poterlo  ancora fare.
Stefano Rossi 

Bellissima iniziativa. Ce n’è davvero bisogno! Bravissimi.
Francesco Faro, Catania

Buon giorno Manifesto, intanto permettetemi di ringraziarvi per il lavoro editoriale sostanziale e puntuale, che fate quotidianamente con preparazione, professionalità e idee chiare! Andando all’oggetto di questa breve lettera, posso scrivere che si può fare, anzi si deve fare. Purtroppo, ormai da svariati decenni, a questa manifestazioni antifascista sono sempre più presenti i nuovi fascisti nonché amministratori e sempre meno presenti gli antifascisti. E’ innegabile che questa situazione crei non pochi disagi di convivenza con questi personaggi che al più, rappresentano solo sé stessi e sicuramente no gli ideali antifascisti sui quali è fondata la Repubblica italiana.
Credo che questa idea sia da prendere seriamente in considerazione proprio per riappropriarci di questi spazi e rimettere in primo piano i suoi nobili ideali, sempre attuali anche se spesso calpestati. Grazie per questa grande opportunità e a presto.
Pierluigi  Del Torchio

Care compagne e cari compagni del Manifesto, con la pioggia o con il sole noi ci saremo, perché continuiamo a credere nei valori della nostra Costituzione antifascista e nei valori della convivenza. Manifestiamo contro ogni disuguaglianza e contro la sopraffazione, il mondo può cambiare solo se sapremo cambiare noi stess*.
The Good News Female Gospel Choir APS

Che il 25 aprile 2024 a Milano sia quello che fu il 25 aprile del 1994: l’inizio del risveglio e della riscossa democratica del nostro Paese e, aggiungiamo, dell’Europa. Il “premierato” e la “autonomia differenziata” sono un rischio reale di torsione autoritaria e di divisione del Paese. Anche in Europa proliferano pulsioni autoritarie e le destre estreme razziste e anti-democratiche guadagnano spazio. Il 25 aprile 2024, trent’anni dopo, saremo nuovamente a Milano per contrastare la deriva di destra e proporre un modello di società aperta, libera e giusta. Quella della nostra Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione
Insieme a Sinistra, Associazione politico-culturale

Certo, certo che si potrebbe. Facciamolo. Un bel 25 aprile manifestazione enorme a Milano. E speriamo con il sole. Grazie grazie della bella iniziativa.
Rosa Alba D’Aprile

Sappiamo che la propaganda della destra sulla presunta ‘invasione straniera’, nella società e nelle scuole, è drogata dai dati dell’ ingiustizia, accettata anche dai governi di centrosinistra (al di là dei buoni propositi mai realizzati), di bambine, bambini nati in Italia, ma senza cittadinanza. Sappiamo che centinaia di migliaia di loro sono cresciuti e crescono  stranieri nel Paese in cui sono nati. Il 25 si potrebbe scendere in piazza con loro e per loro.  Non solo per difendere i diritti conquistati 80 anni fa, ma per rivendicare che questi vengano estesi, senza se e senza ma, anche a nuovi cittadini discriminati. Così si renderebbe attuale la lotta partigiana e la Costituzione democratica.
Luca Carosso

Il 25 Aprile 1994 ero quasi di casa a Milano e fu una manifestazione fra le più belle a cui abbia partecipato. Non vado in piazza da manifestante da parecchio tempo, per me non è semplice, faccio il cronista sportivo dal 1992 per Tuttosport e i festivi si è quasi sempre agli arresti redazionali (ma sono felice così) Sabato mattina stavo giusto compilando il piano ferie e mi ero preso 3 giorni, dal 23 al 25. Poi vado al lavoro e il collega Roberto Colombo mi racconta del trentennale, al quale decidiamo di aderire, faremo una macchinata, vediamo quanta gente carichiamo. Io e lui in questi giorni viviamo giornate non semplici. Roberto, detto Bebo, segue il calcio estero, come me è un convinto antisionista, e ha avuto non pochi problemi a far uscire notizie su Israele. Ci sono non poche federazioni che lo vorrebbero bandire dal calcio mondiale come la Russia ma è quasi impossibile che sui giornali se ne parli. Comunque, la settimana scorsa, abbiamo sfiduciato il direttore – anche per queste cose – con una votazione bulgara. Insomma, ci farà bene la manifestazione, a cambiare un po’ l’aria. Io da un paio d’anni il 25 Aprile mi limitavo a una capatina in Borgo San Paolo, il quartiere di Gramsci e Gobetti, a salutare il balconcino di Dante Di Nanni in via San Bernardino. Ma ora c’è bisogno di darsi una mossa, vista la brutta aria che tira, non si può stare a guardare, in tutta l’Europa l’antifascismo viene messo in discussione e dobbiamo contarci, anche se ho qualche ansia a riguardo, temo che il paragone coi 300mila del 1994, possa risultare impietoso. Ma bisogna esserci
Gianluca Scaduto

Care e cari, la proposta di una grande manifestazione nazionale il prossimo 25 aprile a Milano mi ha riportato indietro negli anni. Trent’anni fa ho partecipato (con mia moglie) alla manifestazione. Mio padre, partigiano nell’Oltrepo pavese, non poteva esserci per problemi di salute. Pioggia torrenziale per tutta la giornata, con un sole splendente il lunedì successivo al mio rientro a Milano, luogo di lavoro. Tanti anni sono passati, moltissime delusioni verso chi doveva raccogliere il senso profondo di quella piazza che reagiva non solo all’ascesa di Berlusconi ma chiedeva un cambiamento profondo nel segno di quella data. Luigi Pintor lo avrebbe sintetizzato magistralmente nel suo editoriale del 24 aprile 2003 ricordando che “la sinistra italiana che conosciamo è morta”. Lo tengo affisso in una bacheca alle mie spalle. Ma oltre al disincanto ed al rammarico occorre lavorare sul presente. Quindi è decisamente necessario esserci ancora, come negli altri 25 aprile che si sono succeduti in questi travagliati e drammatici anni che ci separano dal 1994. Da diversi anni il mio impegno si svolge nell’Anpi, quindi penso sia opportuno sottolineare che il 25 aprile deve rappresentare la pluralità della Resistenza, la sua complessità e le tante espressioni che l’hanno animata, fatte di ideali e speranze che trovano un momento essenziale di accordo e sintesi nella nostra Costituzione, con i suoi principi fondamentali di pace, uguaglianza, riconoscimento dei diritti, pluralismo, solidarietà. Proprio ora che la nostra Carta è sotto un attacco finale e molto più pericoloso dei tentativi del 2006 e 2016 – autonomia regionale differenziata ed elezione diretta del presidente del consiglio – è indispensabile rilanciare, proprio il 25 aprile, la difesa e la richiesta di piena attuazione della Costituzione. Ci vediamo a Milano.
Antonio Corbeletti

Diffondo gli articoli dedicati, oltre agli altri che trovo particolarmente interessanti, invitando a partecipare. Ho una situazione familiare difficile, ma se potrò verrò. Convergere tutti su Milano ok, ma pensare a piazze distribuite, che so magari una centro Italia tirreno, una centro Italia adriatico, una sud tirreno, una sud adriatico , una Sicilia e una Sardegna, magari con maxischermi coi i quali vedere il palco di Milano?
Cecilia Gaggiotti

A Milano sotto la pioggia nel ‘94 io c’ero. Con la pioggia o con il sole ci sarò anche al prossimo 25 aprile. Da allora l’Italia e il mondo sono cambiati molto molto in peggio. Torniamo a Milano, quindi, per dire ancora e ancora che le ragioni della pace e dell’umana convivenza non hanno alternativa se non la fine di tutto e di tutti e di tutte. Per dire, ad esempio, che è necessaria come non mai una nuova educazione alla libertà e alla responsabilità, che si fonda sui grandi esempi del passato (Lodi, don Milani, Rodari, Basaglia, Dolci, Maccacaro, Manzi, Laura Conti…) e ha le sue fondamenta nell’antifascismo e nella Resistenza, per inverarli oggi lavorando per la “presa di parola” dei ragazzi e delle ragazze, che non sono il nostro futuro, ma hanno da essere il loro presente. Ci vediamo a Milano.
Carlo Ridolfi

Si potrebbe tornare a Milano, che bello leggere di questa iniziativa. Vivo a Milano e ci sono nata, l’anno scorso la manifestazione è stata molto timida e poco partecipata perché le persone non sanno neanche che esista. Bisognerebbe informare molto di più attraverso giornali, televisione e social. Grazie.
Liliana Orlando

Fare invadere Milano da ogni parte d’Italia; sarebbe un obiettivo grande, anche estetico.
Gaglioti Carmelo

Sì, si potrebbe, anzi si dovrebbe: dopo 30 anni da quella memorabile manifestazione le motivazioni per “urlare” il nostro bisogno di Liberazione e riempire il 25 Aprile di contenuti non retorici sono infiniti: ci siamo! Grazie!!!
Marina Farzini

La manifestazione del 25 aprile 1994 lanciata dal manifesto

Caro manifesto, non solo si potrebbe ma si dovrebbe. Però sarebbe fondamentale costruire questa bellissima iniziativa su alcuni cardini fondamentali che si possono riassumere nel diritto alla vita: il rifiuto della guerra e della violenza, l’accoglienza dei migranti, il diritto al lavoro, il rispetto dell’ambiente e la fine della violenze contro le donne. Oggi la resistenza non può essere che questa: antifascista, anticolonialista, antimilitarista, antineoliberista, antisessista. Sono passati millenni e l’unica soluzione che il sistema patriarcale e neoliberista sa trovare ai conflitti e alle ingiustizie è quella primitiva e selvaggia della guerra. Basta! Diciamolo in positivo: una resistenza costruttiva, per la vita e non per la morte, una resistenza creativa perché immagina un mondo giusto, una resistenza inclusiva che non ha paura del diverso… La guerra e la violenza contro le donne devono diventare un tabù universalmente esecrato. Si può fare? Incominciamo a pensarlo. Questa sarebbe la vera resistenza e il vero progresso e mi piacerebbe vederne qualche traccia prima di salutare.
Floriana Lipparini

Aderisco volentieri. Tenetemi al corrente del programma. Un abbraccio.
Daniele Mastrogiacomo

Più che “si potrebbe”, si deve!! Ho 60 anni e ho iniziato da bambino a partecipare al 25 aprile con mio zio, un vecchio socialista di sinistra poi deluso dal partito con l’avvento del craxismo. Credo di avere mancato ben poche manifestazioni da allora. Ovviamente ero in prima fila nel 1994 e ricordo ancora oggi che tornai a casa completamente fradicio, nonostante gli anfibi e un giaccone idrorepellente, ma assolutamente felice per quella prova di “Resistenza”! Da quando poi sono diventato padre ho sempre portato i miei due figli spiegando loro l’enorme importanza e il valore di questa ricorrenza. In questo drammatico momento storico il mondo sta virando pesantemente verso derive populiste, nazionaliste e fasciste. Dittature, autocrazie e finte democrazie stanno rovesciando un mondo che sembrava avere faticosamente raggiunto un precario equilibrio. Allarmanti ricorsi storici, che speravo superati almeno in Europa, si riaffacciano prepotentemente. Le colpe delle democrazie occidentali sono enormi ma non è questo il momento per discuterne. Bisogna agire subito e qualsiasi momento di partecipazione a difesa delle democrazie, per quanto imperfette, è fondamentale. Mi auguro pertanto che le sinistre e tutte le forze democratiche e antifasciste ritrovino lo spirito di unità del 1994 ripetendone la grandissima partecipazione. Mi auguro anche, da ateo convinto, di non dover assistere alle solite vergognose contestazioni alla Brigata Ebraica, che diede un contributo fondamentale alla liberazione del nostro paese e nulla ha a che fare con il governo di Israele e con quanto accade ora a Gaza e in Cisgiordania. Mi auguro di vedere solo tante bandiere della pace, unico tema per il quale dobbiamo tutti impegnarci molto, senza se e senza ma. W il 25 aprile, W la resistenza e W la democrazia!
Sergio Rossi

Ottima l’iniziativa a 30 anni dalla prima, e stavolta ovviamente le guerre van messe al centro, e con esse le soluzioni. Diffondo.
Marinella Correggia

Finalmente! Mi fate ringiovanire di 30 anni: ci (ri)vediamo il 25 aprile. Un grande abbraccio.
Alessandro Comunello

Ottimo. Sperando in una grande dimostrazione di unità sotto la parola d’ordine antifascismo. Per la presenza di tutti coloro che riescono a pronunciarla con forza e determinazione. Per tutti coloro che nella Costituzione Antifascista nata dalla Resistenza si riconoscono. Preferibilmente nel pomeriggio per non sovrapporre agli eventi già organizzati in tutti i territori. Insieme antifascisti.
Valentino Rottigni

Ciao, certo sì, si può fare (..’la nave è anche mia’…cito Ivan Della Mea ovviamente)! Bellissima idea!
Maurizio Baggio, Thiene (VI)

C’ero, c’eravamo, da Cuneo in tanti, mio figlio dodicenne, i giacconi così zuppi d’acqua da pesare il triplo, i bar chiusi da Formentini, i pochi rimasti aperti presi d’assalto, l’autobus di ritorno che esalava vapore acqueo come fosse una sauna. C’ero e apprezzai molto perché la vittoria di Berlusconi ci aveva annichiliti e quel corteo sciolse le nostre paure, il nostro sgomento. Fu Liberazione. Dobbiamo essere consapevoli che trent’anni sono passati e tutto è precipitato, però ritorniamoci in piazza, se non altro per poterci guardare, riabbracciare, verificare che siamo vivi e non abbiamo voglia di fermarci. Potrebbe esserci il sole, dai, almeno questa volta. Abbraccio.
Vera Masoero

La redazione consiglia:
Vi ricordate quel 25 aprile?

Si potrebbe tornare a Milano il 25 aprile 2024? Sì! Si potrebbe tornare al proporzionale e a votare? Lo spero! L’astensionismo intorno al 50% è gravissimo. Dobbiamo tornare a votare i nostri rappresentanti – non il presidente del municipio, il sindaco, il presidente della regione, e come vogliono ora anche il presidente del consiglio. Il mio voto deve valere quanto il tuo: niente premi di maggioranza o sbarramenti. Debbo poter votare il partito e il programma che mi piace di più. Non costringiamo partiti diversi ad allearsi per motivi elettorali. E’ facile spiegare l’astensionismo ed è facile motivare la gente a tornare a votare.
Edward Lynch

Da sinistra: Michelangelo Notarianni, Luigi Pintor, Bruno Perini, Valentino Parlato, Sandro Medici a Milano il 25 aprile 1994
Da sinistra: Michelangelo Notarianni, Luigi Pintor, Bruno Perini, Valentino Parlato, Sandro Medici a Milano il 25 aprile 1994

Seppure con il pensiero, anche io sarò presente a Milano il prossimo 25 aprile perché tutti siamo Partigiani, non solo quando “ricordiamo” ma anche quando decidiamo di liberarci delle pericolose derive sulle quali si sta incanalando questa “destra”, non liberale, che rievoca il passato più buio del nostro Paese. E sarò presente con il Pensiero per difendere quella che è stata la lotta per la Liberazione dal nazifascismo, quella lotta che ha fatto nascere la nostra Costituzione Repubblicana, che non deve essere “toccata !”, perché in essa c’è il sangue dei nostri morti…e anche e soprattutto per questo, noi tutti abbiamo il compito, come disse Sandro Pertini, “di fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso, la Resistenza continua”.
Silvana Telaro, Roma

Manifestiamo che un altro paese esiste e crede nei valori della Costituzione. Portiamo i giovani e diamo loro voce. Mettiamoci da parte e sosteniamoli.La loro energia ci salverà.
Marco Falò

Vorrei una grandissima manifestazione dove tutti i partecipanti abbiano anche l’idea di non astenersi quando sarà il momento di andare a votare, perché questo è l’unico modo per mandare a casa i mafio/fascisti che stanno al governo. Ogni 25 aprile bisogna ricordare che grazie ai partigiani e a tutti coloro che hanno messo in gioco la propria vita per liberarci dal fascismo noi oggi abbiamo il diritto-dovere di votare.
Chiara Rossi

Si compagni e compagne, si potrebbe tornare a Milano questo 25 aprile, si potrebbe festeggiare in ogni piazza, in ogni città, paese e frazione. Con una manifestazione di spicco nella città medaglia d’oro della Resistenza, Milano. Perché è ora il momento di resistere, di tornare alla luce, di urlare al vento che le idee di rivolta non sono mai morte, che la storia va studiata, che il revisionismo fa schifo. E che noi non siamo come loro.
Cristiano Mazzoni

Caro manifesto, tu puoi proporre una manifestazione che nobiliti il 25 Aprile a dimostrazione che sono ancora molti quelli disposti a lottare contro ingiustizia, disuguaglianza, repressione: fascismo. Quel giorno del ‘45 il senso di libertà pervadeva cuori e menti, il mostro sembrava definitivamente seppellito, ma si dimostrò considerazione illusoria perché la carogna è ancor viva, alimentata da complicità ed insipienza. Milano nel ‘94 offri uno spettacolo entusiasmante sebbene effimero perché privo di continuità. Ora è doveroso esserci e replicare per gridare non contro i mulini a vento ma nei confronti di questo modello di società che il 25 Aprile «non è una ricorrenza ma ora e sempre Resistenza!». Concretizziamolo questo messaggio che implica volontà indomita a lottare per i propri ideali che rappresentano la ragione del sacrificio di molti e dell’operare di chi ha il coraggio di non piegarsi di fronte all’oppressore.
Enzo Barone

Ottima e coraggiosa iniziativa da parte del collettivo del giornale. Ora partiamo, raccogliamo le adesioni e incrociamo le dita (siamo nel 2024 e il clima nel Paese e anche nella cosiddetta “sinistra” è cambiato. Grande test per un futuro possibile!
Ugo Menesatti

Pioveva che Dio la mandava quel 25 aprile 1994, ho ancora le immagini filmate, indimenticabili. Ancora non sono disponibili le previsioni del tempo per quel giorno, ma è certo che ve ne sia la necessità di esserci. Se ci si impegna tutti e tutte ce la possiamo fare anche dopo i 30 anni trascorsi, e lo possiamo fare ricordando Pintor e quanti hanno proposto e voluto quella manifestazione di popolo. Una sola proposta, chiediamo la liberazione di tutti i cittadini dello Stato ebraico e di tutti i cittadini civili palestinesi in carcere. Grazie per la vostra proposta.
Francesco Giordano

Certo che sì può, anzi si deve fare. Io trenta anni fa c’ero e quest’anno come presidente di una sezione Anpi della provincia di Novara, da oggi mi impegnerò a far aderire quanti più iscritti possibile. Ora e sempre Resistenza.
Raffaele D’Acunto

Caro manifesto, mi sembra un’idea bellissima una manifestazione a Milano per il 25 aprile. Purtroppo non ho potuto partecipare a quella del 1994, potrebbe essere un’occasione per recuperare! La ragione principale però è che avrebbe un significato molto forte necessario di questi tempi. Questa manifestazione potrebbe contenere in sé tutte le rivendicazioni che sono in atto in questi lunghi mesi. La prima pagina del manifesto di ieri, 27 marzo, le riassume perfettamente. Come un bel film fatto di tutti i protagonisti , le protagoniste di storie di ingiustizia di prevaricazione e di tutte le manifestazioni di protesta. La Liberazione può essere tutto questo. E sicuramente ci sarà il sole. Vi ringrazio. Un abbraccio.
Piera Schiavo

Mai l’umanità ha vissuto un momento così critico della propria storia. Siamo sull’orlo dell'”inverno nucleare” per una guerra atomica e dell'”estate incandescente” per il disastro ecologico. Homo Sapiens è purtroppo diventato Homo demens. Per questo è importante scendere in massa in piazza per rimettere in discussione questa follia collettiva. Le democrazie occidentali sono in profonda crisi. Lo tocchiamo con mano anche in Italia dove trionfa l’ultradestra, il “suprematismo bianco”. Ritengo, insieme a Papa Francesco, che solo grandi movimenti popolari possono scuotere i nostri governi. La speranza viene solo dal basso. E’ per queste ragioni che appoggio la proposta de il manifesto per una grande mobilitazione popolare il 25 aprile, per rinnovare il nostro impegno contro la deriva  dell’ultradestra anticostituzionale.
P. Alex Zanotelli, missionario comboniano

Due grandi intellettuali, Fabrizio De André e Luciano Canfora, affermano che il fascismo ha mille sfaccettature e si nasconde dappertutto. Il 25 aprile deve essere sempre la giornata festosa dell’antifascismo. Ogni manifestazione è sempre utile per ricordare alle future generazioni cos’è e cosa rappresenta il fascismo.
Michele Venezia

Propongo una manifestazione in piazza del Duomo a Milano a tema unico: la Pace. Tutti gli invitati sul palco ne parleranno, tra questi non trascurerei la presenza di Maurizio Landini che potrebbe inoltre parlare dei referendum che la CGIL si appresta a presentare.
Vanni Frosi

Il 25 aprile 2024 non solo si “potrebbe” ma si “deve* tornare a scendere in piazza. Il 25 aprile e’ un giorno epocale che segno’ la nascita della Stato Democratico dopo la dittatura fascista. Oggi con lo stesso impegno e lo stesso significato l’Associazione ambientalista VAS Verdi Ambiente & Società di Parma dice sì alla proposta avanzata da il manifesto.
Vas Parma Donato Troiano

Da longevo lettore del manifesto mi accorgo che mai vi avevo scritto prima. Sono musicista e viaggiatore, dirigo un’orchestra, lavoro con la danza contemporanea (Roberto Castello) e con varie compagnie di teatro etc. il tutto cercando da sempre di coniugare impegno etico e politico all’estetica artistica. Sono sempre stato affezionato al 25 aprile al di là dello storico famigliare legato al fascismo: mio nonno prigioniero in Germania, lo zio della mia compagna scampato a 7 anni all’eccidio di Montesole (da cui il film di Diritti). Spesso mi è capitato di suonare in concerto durante alcune celebrazioni, ma di solito preferisco parteciparvi con lo zaino in spalla (e magari un trekking fino a Montesole o sul fiume Senio, in Romagna, dove vivo).
Questa vostra chiamata a Milano però mi attira molto e, in questo caso sì, mi piacerebbe potervi apportare qualcosa. Ad esempio: da qualche anno lavoro con un griot del Gambia, Jabel Kanuteh, un musicista-poeta eccezionale con una storia alle spalle di migrante e un presente da grande artista ed oratore, nel segno della tradizione dei griot dell’Africa Occidentale. Insieme abbiamo pubblicato due album: “Freedom of movement” nel 2020 e “Are you strong?” nel 2022. Nei nostri concerti esprimiamo in musica i valori della tolleranza, del rispetto, della libertà di espressione e di movimento.
Parafrasando una vignetta di Maicol: l’antifascismo. Vi propongo dunque un concerto (quello sappiamo fare..) se mai ci sarà un palco e uno spazio in cui farlo. Se mai potesse interessarvi siamo qua, per ora liberi da impegni e volenterosi di poter dare il nostro contributo a questa bella iniziativa. Colgo l’occasione di complimentarmi con la redazione e la direzione.
Marco Zanotti

Caro direttore, il 25 aprile 1994 fu per me, allora 14enne, un vero e proprio battesimo politico. Vedere quella piazza immensa con tutte quelle persone fu la spinta decisiva nell’intraprendere la militanza politica. Sono passati 30 anni e purtroppo la situazione è diventata ancora più pericolosa visti i personaggi in campo. C’è bisogno di una risposta forte e unitaria e cosa meglio di un grande 25 aprile. Serve una piattaforma semplice su cui far convogliare tutte le soggettività che hanno nell’antifascismo il valore principale. Costruiamolo insieme con iniziative in tutta Italia di preparazione. Mettiamo in moto una macchina organizzativa degna della sinistra che permetta la massima partecipazione. Io ci sono.
Roberto Longobardi

Sono una lettrice da anni del manifesto, non tropo assidua, ma per quello che il poco tempo che ho mi consente di essere. Il 25 aprile del 1994 a Milano sotto la pioggia c’ero anche io e ricordo benissimo quel giorno pieno di emozioni. Allora trentenne ero con mio marito e con i miei genitori, incalliti antifascisti. Tornando in treno a Brescia insieme a tantissime altre persone fradicie come me sentivo di aver fatto qualcosa di importante. Trent’anni dopo lo rifarei. Con mio marito e i nostri due figli. Al 25 aprile di questo 2024 darei una valenza più internazionale: antifascisti contro questo governo di destra, essenzialmente fascista, ma antifascisti anche contro il pensiero unico fascista imperversante, che pone le sue basi sulla guerra. Guerra ad oltranza, non importa dove e contro chi, l’importante è che guerra sia, per giustificare la repressione a tutti i livelli e lo sviluppo a senso unico di un’economia di guerra. Pensiero unico per cui, se osi rivendicare la tua contrarietà alle armi, alla guerra, al genocidio, vieni etichettato come filo putiniano o antisemita. Diplomazia, trattative, sono parole quasi scomparse dal vocabolario corrente. Quindi io in piazza a Milano dopo trent’anni ci tornerei, col cuore pieno di rabbia e di angoscia per quello che sta succedendo e che i potenti per interessi vari non sembra abbiano nessuna intenzione di fermare, tacendo che ci stanno portando sull’orlo del baratro. Antifascista anche contro la disumanizzazione del nostro tempo che lascia annegare nel nostro mare chi ha avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato. Perché le generazioni future non debbano scrivere la storia di altri genocidi, di altri olocausti, di cui tutti in fondo sapevano. Confido in voi dunque e nella vostra grande capacità di mobilitazione!
Simona Lavo

Fu l’inizio di una presa di coscienza – non essere minoranza sociale – che di rado si è poi articolata politicamente. Ma senza di essa non si va da nessuna parte. Aderisco come allora quando “c’eravamo tutti”.
Maria Grazia Meriggi

Si potrebbe fare una grande incontro e festa contro questa destra fascista che tenta di ridurci nel silenzio e nella miseria. Una destra fascista che vuole togliere le conquiste i diritti di quarant’ anni di lotte, soprattutto per le donne. Forza facciamola.
Cinzia Cappelli

Credo davvero che sia una idea grandiosa. Soltanto leggere la pagina del 27 marzo, soltanto leggerla, fa nascere la speranza che si possa cambiare, si possa dimostrare che non hanno la maggioranza e che in Italia esiste una marea di belle persone. Perché sarà una marea. Grazie a voi che siete un faro in questo periodo così buio della storia.
Maria Elvira Renzetti

Vorrei che fosse la più grande manifestazione di pace e antifascismo dei nostri tempi, condivisa, allegra, festosa, assolutamente non violenta, piena di giovani e di colori, incontro di generazioni sui valori fondanti della nostra Resistenza. Grazie manifesto.
Filippo Carrino

Si può e si deve! Fuori da ogni retorica, dall’indignazione da tastiera, dai distinguo sulle guerre in corso e sulle ragioni per le quali si combattono, per far capire con i numeri incarnati che l’Italia è ancora profondamente antifascista e se cambiasse la legge elettorale lo si vedrebbe anche dalle urne. Per far capire quanto male fa al mondo che non ci sia più una sinistra vera e coesa e che grosso regalo stiamo facendo a questi politici che vedono solo il loro orticello per il quale vogliono essere eletti e rieletti perdendo di vista il bene comune .È comunque un imperativo fermare chi ci sta portando a sbattere in un muro che si chiama terza guerra mondiale e disastro ambientale irreversibile. Auguri a noi ed a questa iniziativa che può servire a chiamarci fuori da tutto questo e dalla follia dei fascismi, dei fanatismi e delle democrature.
Mauro Bernini

Io credo che sia possibile, ora e dopo, un 25 aprile di pace in Italia, verso la cessazione delle guerre dovunque, a cominciare da l’Ucraina fino alla Palestina e l’Africa. Manteniamo la pace nel resto dell’Ue che è riuscita finora a conservarla: senza scaldare gli animi con l’incremento del marketing bellico bisogna muovere verso trattative, e non diffondere gli atti ostili. Contemporaneamente ai colloqui diplomatici, i Ministeri degli esteri e in particolare quelli che sovrintendono ai traffici commerciali mettano Putin con le spalle al muro con tutto il governo russo togliendo materialmente (sabotando) i suoi spazi di iniziativa militare e circoscrivendone le possibilità commerciali e forse trovandosi nell’asfissia le azioni distruttive rallenterebbero e anche le continue asserzioni minatorie. Solo per continuare a pensare a un futuro e perché nelle terre si progettino ancora nuove abitazioni.
Maria Laura Innocenti

Caro manifesto, non si potrebbe, si deve! Se non ora quando? Insorgere e liberarci ancora, si può.
Marco Biuzzi

Si potrebbe imbandire pane lungo tutto il percorso della manifestazione, profumare di pane l’ aria, condividerlo, perché: Se vuoi pace/ imbandisci pane/ nell’intreccio di strade/ nelle piazze/ di tutta la terra.
Redenta Tomaello

Vorrei che la manifestazione del 25 aprile si facesse a Gaza, si facesse a Charkiv, si facesse a Khartoum, si facesse a Tripoli, si facesse nei nostri portafogli e nei nostri conti correnti che intascano soldi da banche armate, qui dentro sarebbe così semplice portare la bandiera della pace, basta cambiare banca o far cambiare la banca, non così complicato come sopravvivere sotto le bombe. Verrò in piazza come faccio sempre quando sto in Italia, anche quel 25 aprile di trent’anni fa sotto la pioggia, stavolta con la bandiera di Banca Etica e con quella arcobaleno, come vorrei mischiarmi irriconoscibile tra mille altre persone con queste bandiere! Ci vedremo senza conoscerci ma riconoscendoci.
Dolores Pedrana

Sì, si potrebbe. Sì, si potrà. Saremo tantissime e tantissimi, più di sempre. Saremo allegri, saremo felici, saremo consapevoli di potercela fare, saremo consapevoli di fare la storia. Saremo bagnati? pazienza, apriremo i nostri ombrelli arcobaleno e tornerà il sole. A prestissimo compagne e compagni, sarò una gioia ritrovarci.
Marina Criscuoli, Genova

25 aprile 1994: uno dei giorni più belli della mia vita! La forte risposta alla nefasta elezione del Berlusca. 25 aprile 2024: un’altra bellissima giornata – indipendentemente dal tempo – in risposta alla nefasta vittoria della Meloni.
Leonardo Magini

Care Compagne, cari Compagni, c’ero 30 anni fa, e ci sarò anche quest’anno. Nel 1994 feci tutto il percorso al fianco di G.B. Lazagna, medaglia d’argento al V.M., vicecomandante della Divisione Partigiana Pinan Cichero, portandone il gagliardetto. Ma ricordo anche un altro 25 aprile, il mio primo 25 aprile. Ricordo i miei familiari e la folla impazzita di gioia per la liberazione dal nazifascismo. Ricordo anche i primi due garibaldini che vidi in vita mia, fazzoletto rosso al collo e sten a tracolla. Era il 1945.
Franco Fuselli, Genova

Mia moglie Gabriella ed io aderiamo alla manifestazione del 25 aprile 2024 a Milano. Attendiamo notizie sul programma. Grazie.
Gabriella Guerri e Luigi Cacciotti

Più che si potrebbe: si dovrebbe con la stessa gioia che ricordo di allora sotto la pioggia.
Marisa Tortorella

Auguri di un buon 25 aprile. Auguri di una festa laica, per quella che penso avrebbe dovuto diventare la festa di tutti, per quella che non riesce a diventare una ricorrenza sacra. Non sono credente, e non credo che la venuta di Cristo abbia segnato la cancellazione del peccato originale (anche perché non credo all’idea stessa di peccato originale), ma credo invece fermamente che quella che chiamiamo Liberazione sia il momento in cui si è cercato di affermare il valore della convivenza contro il disprezzo, del diritto contro la sopraffazione, della discussione contro l’imposizione, delle arti contro le armi. Non è sufficiente perchè venga considerata sacra? Sacra, di un sacro finalmente non religioso? Mi piacerebbe che il 25 aprile si facessero regali ai bambini, che nella loro mente si fissasse l’idea della festa, che ci si scambiassero auguri e regali, che si cucinasse un dolce speciale. Mi rivolgo a quelli che so condividere questa idea, e mi piacerebbe parlare anche a quelli che questa idea non la condividono ma la comprendono, e anche a quelli che non la condividono e non la comprendono. Sono convinto che viviamo un tempo difficile anche perchè questa idea, della forza che viene dalla ragione, contro la ragione che si pensa venga dalla forza, è considerata un’opinione, in sè non più degna di altre, magari ritenuta un po’ antiquata. Eppure questa idea è quella che ci trasforma da individualità disperse a uomini e donne di una comunità, questa idea è quella che consente, anche a chi si fa ragione della forza, di potersi esprimere. Questa idea è il mio Sacro. Vediamoci a Milano. Auguri di buona Festa della Liberazione.
Gigi D’anna

Grazie per lo scossone che l’iniziativa proposta potrebbe dare a tutta la sinistra, anche se purtroppo di sinistra in Italia se ne vede pochino. La vostra proposta era assolutamente necessaria ed urgente. Anche il sindaco Sala aderisce entusiasta e siamo contenti noi che viviamo nella città da lui amministrata. Amministrata malamente come scrive Alessandro Braga su il manifesto: Il “modello Milano” non esiste più: un lavoratore su tre è povero. Ed inoltre smetta di preoccuparsi delle proteste per la eventuale presenza dei sostenitori dello Stato ebraico (come si sono autoproclamati), in un momento in cui si sta consumando un genocidio la loro presenza non penso sia gradita, in particolare alle comunità palestinesi che saranno presenti al corteo. Ancora grazie per la vostra proposta antifascista.
Luigi Morelli

Se ricordo bene, allora fu lanciata un’idea da Pintor e dal manifesto, poi tutti la costruirono insieme. Metterci sopra il cappello preventivo è proprio un’altra cosa, anzi, l’opposto. Non mi ha fatto una bella impressione, ma speriamo bene.
Claro

Per me il 25 aprile è: non essere definiti antisemiti se si sostiene Gaza allo stremo (di conseguenza chiedendo il cessate il fuoco, non tregua umanitaria) adoperandosi per gli ostaggi senza subire manganellate; difendere i diritti di tutti i lavoratori e la loro sicurezza (non come detto da un ministro ” ignobili manifestazioni” nelle ferrovie); difendere l’antifascismo, la lotta contro mafie, antisemitismo, islamofobia, disuguaglianze. Questo è ciò che è giusto portare a Milano. Viva l’Italia!!!
Luca Cauda

Cari amici de il manifesto, avete avuto una splendida idea di proporre una manifestazione per il 25 Aprile e me ne compiaccio. Per vostra tranquillità, comunque, sappiate che in Italia ci sono ancora sui monti i Partigiani, i nipoti dei Vecchi della Resistenza. Semper fidelis. Perdura lo que el Pueblo defiende. Hasta la victoria.
Stefano

Carissimi/e, ricordo con gran passione e interesse quel che accadde nel 1994 e quanta emozione! Il manifesto e tutti coloro che ne hanno fatto parte da sempre , per me, guide e riferimento politico e culturale. La manifestazione di quest’anno, che mi auguro si faccia, vorrei vederla piena di colori, tanti, tanti colori con tutte le relative sfumature, perché un mondo multicolore e multi-sfumature è possibile! Il 25 aprile 2024 lo ricorderò in memoria di un mio amico fraterno recentemente scomparso che, molto più di me, vi era accanto, accanto sempre, al suo, al nostro… manifesto; pertanto sostengo l’iniziativa del 25 aprile 2024 con pensieri e affetti. Grazie! Vi abbraccio.
Franco Ranucci

Buongiorno, ho 67 anni, mi sono considerato comunista per 2/3 anni quand’ero ventenne, poi, per reazione alla politica dell’Unione sovietica, fui vicino ai radicali di Pannella. Ma presto scoprii l’anarchia a cui aggiunsi ateismo antimilitarismo e vegetarianesimo. Vorrei un mondo senza violenza, senza confini né stati, in cui guerre eserciti e armi siano soltanto un bruttissimo ricordo. Condivido quasi tutte le vostre posizioni e opinioni e mi complimento per questa iniziativa, a cui sto facendo “pubblicità “.
Gaetano Ricignolo

Si deve tornare a Milano il 25 aprile prossimo per dire no al governo Meloni autoritario, antipopolare, determinato a ridurre gli spazi di libertà di informazione e di dissenso. Bisogna dimostrare che esiste nel paese un’opposizione che non si rassegna, lotta e sa che più dura questo governo, più i valori imprescindibili dell’Antifascismo, della Costituzione, della pace e dell’ambiente verranno sempre più compromessi e negati. Dal 25 aprile 2024 è necessario un messaggio di unità a tutta la sinistra. Solo se essa apprende e pratica in concreto la lezione dell’unità è possibile costruire l’alternativa alla destra al potere. Come ottanta, trenta anni fa, la resistenza è un imperativo categorico per chi ha a cuore le sorti della nostra Repubblica.
Domenico Mattia Testa

Il circolo “Mille Papaveri Rossi” di Sinistra Italiana del Municipio 2 di Milano sarà presente alla manifestazione del prossimo 25 aprile. Buon 25 aprile a tutte e tutti! W la Costituzione nata dalla Resistenza.
Alberto Ciullini – Circolo “Mille Papaveri Rossi”, Milano

Andiamo in piazza del Duomo con la famiglia allargata dei movimenti, dei pacifisti, degli studenti, degli stranieri che lavorano per la crescita del nostro Paese. Srotoliamo un cartellone con scritto: “Siamo sempre qui. Al primo cenno: liberazione!”
Emilio Milioti

A trent’anni da quel 25 aprile 1994 a Milano, ci sarò ancora. Questa volta con la mia nipotina Lea, a testimoniare che avanzano le nuove generazioni e la bussola sarà sarà ora e sempre Resistenza.
Daniele E. Perotti

Complimenti e grazie per la vostra proposta di una grande manifestazione nazionale a Milano per il 25 Aprile. Il PMLI vi parteciperà con la seguente parola d’ordine: “Uniamoci per liberare l’Italia dal ritorno di Mussolini nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali Per il socialismo e il potere politico del proletariato”

Ciao! Voglio confermare la mia adesione al 25 aprile (30 anni dopo). Con la speranza che non si trasformi in evento, ma resti la puntuale ricorrenza annuale. Sperando sia gioiosa, spontanea, di popolo e di fantasia come nel 94.
D. M.

Il 25 aprile con la liberazione del popolo italiano dall’oppressione nazifascista che causò milioni di vittime innocenti, si celebra la pace finalmente riconquistata, e mi piacerebbe che si manifestasse per quella ancora da conquistare: sono sempre gli innocenti a pagare il prezzo più salato delle smanie di potere di chi li governa, e stare dalla parte loro non vuol dire schierarsi con questo o con quello, ma lavorare per la fratellanza. Si potrebbe aprire il corteo con le bandiere di tutti quei popoli che soffrono e hanno sofferto per la follia dei potenti: mi piacerebbe vedere la bandiera palestinese accanto a quella israeliana, quella ucraina accanto a quella russa, quella etiope accanto a quella eritrea…. e insieme a quelle, le bandiere dei curdi e di tutti quegli altri popoli cui viene negata la dignità di esistere.
Peter Quell

Mai l’umanità ha vissuto un momento così critico della propria storia. Siamo sull’orlo dell’«inverno nucleare» per una guerra atomica e dell’«estate incandescente» per il disastro ecologico. Homo Sapiens è purtroppo diventato Homo demens. Per questo è importante scendere in massa in piazza per rimettere in discussione questa follia collettiva. Le democrazie occidentali sono in profonda crisi. Lo tocchiamo con mano anche in Italia dove trionfa l’ultradestra, il «suprematismo bianco». Ritengo, insieme a Papa Francesco, che solo grandi movimenti popolari possono scuotere i nostri governi. La speranza viene solo dal basso. È per queste ragioni che appoggio la proposta de il Manifesto per una grande mobilitazione popolare il 25 aprile, per rinnovare il nostro impegno contro la deriva dell’ultradestra anticostituzionale.
Alex Zanotelli

Care compagne e cari compagni, vorrei essere con voi a Milano il prossimo 25 aprile. Forse riuscirò ad esserci, molto probabilmente non mi riuscirà di farlo, il mio fisico attualmente non me lo consente. Ho apprezzato molto la vostra proposta e vorrei che fosse la liberazione reale di tutti i viventi, senza discriminazione alcuna. Una lotta unica contro il sessismo, il razzismo e lo “specismo”, la prima discriminazione da cui derivano poi tutte le altre.
Annamaria Rivera

Arriva finalmente il momento di essere insieme, di contrastare questa aria densa di nulla e di guerra, questa brutta retorica che impesta il pensiero e ci annebbia la vista e ci toglie il respiro. Si potrebbe, si deve. Grazie di aver interpretato il sentire di tante e tanti. il direttivo di enciclopediadelledonne.it ci sarà, perché noi non dovremmo prepararci alla guerra, ma semmai prepararci alla pace alla giustizia al diritto alla vita possibile, fare spazio alle nuove generazioni. bisognerà lavorare duramente e generosamente. Serve l’energia e la bella carica che il 25 aprile può darci, con la benedizione e l’esempio di chi la resistenza l’ha fatta davvero.
Rossana Di Fazio

Ciao manifesto, a differenza del 1994 c’è un chiaro disegno di guerra e una narrativa bellicista non contrastata che la mia memoria di cinquantenne non ricorda. I toni dello scontro politico sono violenti e forse pure distopici. Forse più di allora si è perso il senso della forma politica e istituzionale. Quella forma è valore, il valore di un baluardo a difesa della collettività. Il chiaro e netto no alla guerra espresso dal basso deve essere al centro della manifestazione e con esso l’adesione militante alla causa di Gaza. Dobbiamo poi trovare il modo di far arrivare a Milano fiumi di giovani. C’è bisogno di piazza fisica oltre che digitale. I giovani devono parlare ed entrare in quella piazza fisica. Credo che, al di là delle narrative tragicomiche del contemporaneo, in molti e tra questi soprattutto i giovani, abbiano bisogno di proposte pragmatiche e inclusive che diano loro quella rappresentanza che il voto non garantisce più. Rappresentanza che esiste più neanche nei luoghi di lavoro per forme contrattuali che espongono costantemente al ricatto. C’è bisogno di politica nel quotidiano, di confronto e sintesi, unici veri antidoti contro i demagoghi di turno. Per quanto sopra penso anche che la manifestazione dovrebbe originare una piattaforma permanente “25 aprile”, per produrre proposte inclusive, realiste e pacifiste. Insomma da questo “25 aprile” mi piacerebbe nascesse un movimento. E che questo movimento potesse sviluppare un’idea di futuro coinvolgendo i ragazzi e le ragazze a cui il futuro lo stiamo togliendo. “Un’idea di futuro” potrebbe essere essere la narrazione che distrugge il trend opportunista e nichilista di questi ultimi decenni. La costruzione di “Un’idea di futuro” è la possibilità di affermare, nel nome della costruzione di una società di pace, welfare e inclusività, il diritto alla rappresentanza e al confronto.
Alessandro Lavacchi

Arci Milano Lodi Monza-Brianza aderisce e invita tutte tutti e tuttu a una grande mobilitazione. Perché arrendersi al presente è il modo peggiore per costruire il futuro. Un abbraccio
Maso Notarianni

Cari compagni/e, grazie per la bella idea. Mi piacerebbe che ci fossero pullmans e/o treni organizzati per andare a Milano. E mi piacerebbe che a fine manifestazione ci fosse un bel concerto (con un po’ di vino). Un saluto
Aldo Ricabon

Bellissima idea! Ma rifletto. 25 aprile 1994, Berlusconi al governo, stupenda manifestazione… e poi? La sinistra in lento ed inarrestabile dissolvimento… e 30 anni dopo, fascisti al governo… che quella manifestazione ci abbia portato sfiga? Scherzo, ma la verità è che le manifestazioni, anche se enormi, appassionate, non servono a niente se non c’è un soggetto organizzato, serio e capace, non rissoso, che tra una e l’altra tessa la tela ininterrottamente. Comunque proviamoci, ancora una volta, nella speranza che ne nasca un qualcosa di non occasionale.
Valeria Castelli

Cari compagni e compagne del manifesto, apprezzo e condivido la vostra idea di organizzare una nuova manifestazione a Milano per il 25 aprile 2024. Costruire con determinazione la pace, ribadire la forza della democrazia, i valori fondamentali della costituzione, la libertà, l’uguaglianza, la dignità della persona, il giusto lavoro, la legalità, l’etica. La costruzione di un nuovo umanesimo per futuro migliore. Un plauso per l’iniziativa. Spero di partecipare. Cari saluti, avanti tutta per l’organizzazione.
Roberto Laganà

Sono sempre stata in piazza il 25 aprile, ma ho mancato proprio quel 25 aprile sotto la pioggia del 1994 perché, incinta del mio secondo figlio, ho passato lunghe ore in ospedale prima in attesa, poi per un’infinita e per fortuna rassicurante ecografia. Anche per me avevano allora manifestato mio marito e la nostra bambina di tre anni. Quest’anno ci saremo tutti, come sempre, più di sempre. A presto.
Simona Gioia

Siamo di Pavia a colori, un’associazione pavese e crediamo sia coerente per noi e di fondamentale importanza per l’Italia partecipare alla manifestazione del 25 aprile a Milano. La situazione è peggiorata rispetto a 30 anni fa e più forte è l’esigenza di cambiare e di dare voce al popolo antifascista che è ancora vivo nel nostro paese. Siamo convinti della necessità di una manifestazione unitaria e il più possibile coinvolgente, sapendo però che è anche una manifestazione divisiva perché noi dobbiamo prendere le distanze da chi è fascista, razzista e da chi crede che le guerre risolvano i problemi. Saremo quindi anche noi a Milano a portare i colori del nostro gruppo e a riaccendere la speranza, cioè la convinzione che vale la pena fare qualcosa a prescindere da come andrà a finire. E siamo sicuri che sarà un 25 aprile pieno di sole.
Per l’associazione: Alice Moggi e Gipo Anfosso

Mi sono già organizzato per esserci, quindi niente scherzi: voglio una grande, grandissima manifestazione antifascista, pacifista, progressista e inclusiva. E nonostante lo scenario, proviamo a portare in piazza il tanto che c’è di buono in giro. Ancora una volta il nostro giornale sta facendo la sua parte. Arrivederci a Milano.
Luigi Amodio, Napoli

Caro Direttore, ero in piazza trent’anni fa, e quindi ci sarò anche questo 25 aprile, stante la gravità della situazione e quel che si prospetta per la quotidianità delle classi subalterne .Condivido le osservazioni critiche rilevate da Lorenza Ghidini, neo-direttrice di Radio Popolare. Purtroppo, l’evaporazione ” antropologica ” della sinistra fa il paio con l’affermazione del revisionismo storico, che per gli smemorati è stato sdoganato nel maggio del 1996 alla Camera dei deputati dal discorso inaugurale del presidente Luciano Violante. Fraterni saluti
Gian Marco Martignoni

Siamo di Pavia a colori, un’associazione pavese e crediamo sia coerente per noi e di fondamentale importanza per l’Italia partecipare alla manifestazione del 25 aprile a Milano. La situazione è peggiorata rispetto a 30 anni fa e più forte è l’esigenza di cambiare e di dare voce al popolo antifascista che è ancora vivo nel nostro paese. Siamo convinti della necessità di una manifestazione unitaria e il più possibile coinvolgente, sapendo però che è anche una manifestazione divisiva perché noi dobbiamo prendere le distanze da chi è fascista, razzista e da chi crede che le guerre risolvano i problemi. Saremo quindi anche noi a Milano a portare i colori del nostro gruppo e a riaccendere la speranza, cioè la convinzione che vale la pena fare qualcosa a prescindere da come andrà a finire. E siamo sicuri che sarà un 25 aprile pieno di sole.
Per l’associazioneAlice Moggi e Gipo Anfosso

Mi sono già organizzato per esserci, quindi niente scherzi: voglio una grande, grandissima manifestazione antifascista, pacifista, progressista e inclusiva. E nonostante lo scenario, proviamo a portare in piazza il tanto che c’è di buono in giro. Ancora una volta il nostro giornale sta facendo la sua parte. Arrivederci a Milano.
Luigi Amodio, Napoli

In viaggio verso Milano. 25 aprile 1994
In viaggio verso Milano. 25 aprile 1994

Caro Direttore, ero in piazza trent’anni fa, e quindi ci sarò anche questo 25 aprile, stante la gravità della situazione e quel che si prospetta per la quotidianità delle classi subalterne. Condivido le osservazioni critiche rilevate da Lorenza Ghidini, neo-direttrice di Radio Popolare .Purtroppo, l’evaporazione ” antropologica ” della sinistra fa il paio con l’affermazione del revisionismo storico, che per gli smemorati è stato sdoganato nel maggio del 1996 alla Camera dei deputati dal discorso inaugurale del presidente Luciano Violante. Fraterni saluti
Gian Marco Martignoni, Varese

Egregio Direttore, Le confermo la nostra adesione all’iniziativa del manifesto, sia di Gianni Pastorino, Capogruppo in Consiglio Regionale, e di Filippo Bruzzone, Capogruppo in Consiglio Comunale, entrambi di Linea Condivisa, associazione politica di sinistra particolarmente radicata nel nostro territorio ormai da anni e con continui rapporti con il tessuto antifascista genovese e ligure.
Con piacere aderiamo all’appello perché crediamo sia un momento particolarmente difficile del nostro Paese in cui avanza una destra xenofoba e fascista, perché crediamo fermamente nei valori antifascisti della nostra Costituzione, perché, ci permetta questa nota di campanilismo, siamo genovesi e rappresentanti politici di una città dalla chiara identità antifascista la cui Liberazione ha rappresentato uno degli esempi più fulgidi della storia della Resistenza. Mi permetto inoltre di dire, essendo più vecchio, che ero presente alla Liberazione del ’94 sotto quella pioggia battente. Salutiamo in maniera antifascista sperando che in quel giorno ci sia il sole come auspicato dal manifesto e confermando entrambi la nostra disponibilità a rapporti di collaborazione politica con un quotidiano che rimane per noi un punto di riferimento.
Gianni Pastorino
Consigliere Regionale – Regione Liguria
Filippo Bruzzone
Consigliere Comunale – Comune di Genova

Ottima iniziativa, Milano è stata luogo di grandi tragedie nella storia recente del nostro paese, ma anche dove la società, la collettività, ha saputo rispondere con convinzione e pacata fermezza. Penso che sia giusto lì, il 25 aprile, ribadire i valori alti e aggreganti della lotta di liberazione. Noi della compagnia del “Cyrano” dall’Ambra Jovinelli di Roma vi manderemo un saluto, che sarà molto più d’una adesione.
Arturo Cirillo

Aderisco con convinzione lucida e appassionata alla vostra iniziativa. Restiamo vigili nella resistenza alla deriva.
Lettrice fedele, Daniela Marcuccio

Per la giornata di manifestazione indetta da voi il 25 aprile penso ci starebbe riprendere lo slogan del collettivo Gkn “per questo per altro per tutto”, messaggio importante, oltre che per la pregnanza di queste poche parole, anche per sottolineare la vicinanza con l’esperienza che sta portando avanti il collettivo attraverso una lettura a 360 gradi di ciò che sta accadendo in questo malandato paese.
Angela Mazzetti

Cari compagni, credo che la festa del prossimo 25 aprile a Milano che, dopo trent’anni, avete il merito di aver di nuovo convocata, dovrebbe includere un riferimento forte alla condizione a dir poco drammatica in cui versa la popolazione di Gaza e, più in generale, il popolo palestinese. Questo popolo ha diritto alla propria liberazione, dopo 76 anni in cui ha dovuto subire espulsioni di massa, soprusi e violenze di ogni genere. A rendere ancora più necessaria la connessione con il nostro 25 aprile è il silenzio del mondo occidentale tutto, a cominciare dall’Unione europea, sul massacro in atto a Gaza, che si sta avvicinando alle dimensioni di un genocidio.
In Italia, non una voce si è alzata dal mondo variegato della sinistra politica a denunciare la tragedia. Sembra che si abbia paura a passare per antisemiti, se si “osa” criticare Israele, uno Stato, un governo, che vorrebbe rappresentare nel mondo il ricordo della Shoa, mentre sta perseguitando e distruggendo un altro popolo.
Occorre interrompere questo silenzio. Sarebbe grave e imperdonabile se la scadenza del ricordo della nostra liberazione non si accompagnasse ad una denuncia della carneficina in atto a Gaza, di un popolo che, anch’esso, così a Gaza come in Cisgiordania, lotta da anni per la propria liberazione.
Salvatore Tassinari, Firenze

Ci sarò, ci saremo come tutti gli anni, sarebbe bene che si verificasse il risveglio che voi auspicate! Mi fa piacere sapere dei giovani universitari che parteciperanno, renderanno la festa ancora più giocosa! Dobbiamo reagire a questa onda fascista che ci governa, dobbiamo perché per ora la libertà si deve lottare senza mai abbassare la guardia! Eppoi la gente deve tornare a votare! Buon 25 aprile!!!
Ivano

Gentilissimi, la presente per aderire all’appello del 25 aprile 2024 dalla Fillea Cgil Roma e Lazio.
Clara Habte

La ‘Società di Mutuo Soccorso d’ambo i sessi Edmondo De Amicis’ di Torino aderisce volentieri e convintamente alla manifestazione di Milano, per ‘ricordare’ e celebrare il 25 aprile. Nello Statuto De Amicis c’è scritto che si tratta di una Società ‘laica e antifascista’ e dunque, in tempi come questi, non possiamo che aderire e sostenere iniziative come la vostra, per la quale davvero vi ringraziamo e ringraziamo ‘il manifesto‘ e tutte e tutti i/le sinceri/e democratici/che e i compagni e le compagne che tengono alta la Costituzionale bandiera dell’antifascismo!
SOMS E. De Amicis, Torino – (il presidente, Giorgio Viarengo)

Condividendo appieno la più che appropriata proposta avanzata dal manifesto lo scorso fine mese, con la quale veniamo spronati a fare ritorno – in prossimità dei festeggiamenti del 25 aprile – nel capoluogo lombardo, per dare vita ad una speciale manifestazione a difesa delle nostre regole democratiche che, purtroppo, in questi ultimi tempi vediamo essere più volte calpestate, mi unisco molto volentieri e con non poca persuasione all’apprezzabilissima iniziativa. Augurandomi che quella celebrativa piazza possa nuovamente riempirsi, ed in modo altrettanto consistente. Viva il 25 aprile!
Luciano Masolini

Buongiorno, vi preghiamo di registrare l’adesione del Comitato ARCI Valle d’Aosta. Una delegazione parteciperà alla manifestazione. Grazie.
La Presidente Patrizia Neri

La data del 25 aprile riveste per tutte e tutti il significato profondo della volontà di costruire un Paese e un mondo dove il bene comune sia anteposto agli interessi di pochi. Nel mondo d’oggi, che ha visto negli ultimi anni sia peggiorare a velocità vertiginosa le condizioni di vita di moltissime persone, sia avvicinarsi paurosamente i pericoli della guerra globale, che aumentare senza precedenti i tanti segni di distruzione del Pianeta, la Festa della Liberazione deve essere connotata senza esitazioni dalla volontà di contrastare insieme i venti di guerra, l’espandersi dell’ingiustizia e il saccheggio senza limiti delle risorse della Terra. Come non mai, la lotta per un mondo più pulito, più rispettoso del rapporto fra esseri umani e Natura, per invertire la rotta del comportamento predatorio che il capitalismo estrattivista ha imposto all’umanità e ai sistemi viventi, si deve saldare a tutto ciò che si muove per l’equità, la giustizia e la Pace. Il movimento ecologista, nelle sue tante e varie articolazioni ed espressioni, probabilmente rappresenta oggi un punto avanzato del conflitto sociale, perché nessuna lotta porterà risultati in un mondo che rischia la catastrofe. Le classi subalterne sono quelle che soffrono maggiormente gli esiti del disastro climatico e ambientale, le guerre si combattono per la feroce contesa delle risorse della Terra e delle fonti energetiche, l’arroganza dei poteri e la repressione si sviluppano soprattutto per sostenere gli interessi dei pochi che sulla distruzione del Pianeta si arricchiscono. L’uscita dalle fonti fossili, la creazione di una vera economia circolare, la costruzione di una società basata sulla sobrietà, la saggezza, il rispetto reciproco fra gli esseri umani e fra questi e la Natura, secondo noi vanno di pari passo con la mobilitazione per la democrazia e l’uguaglianza, contro ogni razzismo, contro le insorgenze neofasciste comunque mascherate, e per la costruzione di un mondo senza guerre. Per questi motivi, la Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia-Romagna aderisce con i propri contenuti alla manifestazione da voi proposta per il 25 aprile e invita alla partecipazione tutte le persone che credono in un futuro davvero sostenibile per tutte e tutti.
Coordinamento della Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna

In difesa e per l’attuazione della Costituzione repubblicana e antifascista.
Andrea D’Angeli

Ringrazio il direttore Fabozzi che ha visto e apprezzato mio articolo su Repubblica Napoli di qualche giorno fa nel quale dichiaravo totale adesione all’idea invito del Manifesto di celebrare il prossimo 25 aprile a Milano come si è fatto nel 1994. Non posso che ribadire e rinnovare quanto scritto, anche a nome dell’istituto Campano per la Storia della Resistenza che presiedo da circa trent’anni. Ovviamente mi complimento con la geniale idea del Manifesto che oggi mi sembra proporre un’assoluta, imprescindibile necessità, o che si aspetta ancora, di vedere di nuovo all’opera i peggiori fascisti, al momento impegnati nel più vomitevole governo del Paese? Cari saluti ad amici e compagni tutti.
Guido D’Agostino

Io vorrei che il 25 aprile 2024 a Milano si diffondesse un volantino a firma “Il Manifesto”, contenente un pensiero di Piero Calamandrei, ancora molto attuale, per dire e far capire che coloro che fecero la Resistenza e coloro che scrissero la Costituzione furono  semplicemente dei rivoluzionari antifascisti: Antifascismo sempre. Lezione di Piero Calamandre, anno 1954: “Nonostante che il fascismo sia stato travolto dalla Resistenza, il potere non è passato agli uomini usciti dalla Resistenza: se ogni rivoluzione, per essere tale, deve essere consolidata dalla formazione e dall’ascesa al potere di una nuova classe dirigente, questa rivoluzione è rimasta a mezzo in Italia, perché, abbattuto il fascismo dalla Resistenza, il posto dei fascisti non fu occupato per diritto di successione rivoluzionaria da uomini nuovi, ma tornò in mano di una generazione di vecchi benemeriti, naturalmente conservatori, con la resurrezione dei quali la Resistenza si ridusse ad una restaurazione paternalistica, governata dagli antenati.” Prima di questo paragrafo aveva parlato di: “disfattismo costituzionale”, “mancata epurazione”, “mali dell’amnistia”, e scritto: “La Resistenza, rinnegata prima nei suoi valori morali e politici, fu rinnegata poi nei suoi valori giuridici, consacrati nella Costituzione. E i fascisti tornarono non solo in circolazione, ma in onore: non in un clima di pacificazione, in cui essi riconoscessero i loro errori e si presentassero pentiti a chiedere dimenticanza e indulgenza, ma con l’antica tracotanza bestiale, fatta di calunnie, di mistificazioni e di violenze verbali. E a poco a poco essere stati gerarchi fascisti tornò ad essere un vanto nella buona società, e una raccomandazione per avere posti di primo piano nelle grandi aziende e nei pubblici uffici”. Il pensiero di Calamandrei non dobbiamo dimenticarlo e siamo sempre in tempo ad usarlo, anche e soprattutto oggi. E vien quasi da ridere per l’ovvietà di questa affermazione perché in fondo tale pensiero è la Costituzione. La memoria non va persa perché “distingue ancora”, e saper distinguere serve molto a scegliere, e il poter scegliere rimane pur sempre uno dei fondamenti della democrazia vera.
Massimo Michelucci – Anpi Massa

Si potrebbe e si può!
Tutti in piazza, per un Paese migliore (ci vuole poco…peggio di così…), per equità sociale, per spendere il denaro Pubblico per Sanità, Istruzione Pubbliche, per il Lavoro vero, senza sfruttamento, per un Paese leale, con cittadini capaci di discernere, per una Cultura del rispetto diffusa, per…. Basta riunirsi, basta esserci veramente e ricominciare a parlare il verbo della Sinistra, quello che ha scritto la Costituzione. Per una Sinistra finalmente libera da cialtroni. Una Sinistra vera!
Alessio, Milano

Un appello alla resistenza ora come allora verso tutti i portatori e spacciatori di guerre e armi; palcoscenici e politici ignobili, con la nostra resistenza promuoviamo la pace sempre e comun di que come azione antifascista oggi più che mai, ora e sempre resistenza.
Lucio Branchi

Pullman per Milano. 25 aprile 1945 - Foto di Andrea Cerase
Pullman per Milano. 25 aprile 1945 – Foto di Andrea Cerase

‘Memoria non è peccato fin che giova. Dopo è letargo di talpe, abiezione che funghisce su sé …”.
Si potrebbe e a mio avviso si dovrebbe attualizzare la memoria antifascista onorando la resistenza palestinese. Si potrebbe o si dovrebbe scandire dal palco, forse con la voce di Ali Rashid, i versi di Refaat Alareer, poeta ricercatore e docente nella Università Islamica di Gaza ora distrutta, ucciso da un attacco israeliano su Gaza il 7 dicembre 2023: If I must die …’Se dovessi morire, tu devi vivere per raccontare la mia storia …”.
Si potrebbe e si dovrebbe chiarire, prima che sia troppo tardi, che Hamas è l’acronimo arabo di Harakat al-muqawama al-islamiyya, cioè Movimento della resistenza islamica: Si tratta di una formazione politica che nel riferimento all’Islam trova la forza per esercitare una resistenza orientata alla formazione di una nazione palestinese. E mi piacerebbe che venissero scanditi i nomi dei giornalisti palestinesi e di al Jazeera messi a tacere con le armi e insieme a loro quelli dei valorosi collaboratori di Haaretz, di +972, che quotidianamente onorano la verità storica misurandola sulla lunga durata dell’occupazione israeliana.
Gabriella Severino

I rischi di demolizione dei fondamentali elementi di civiltà politica e di convivenza civile che abbiamo dati per scontati in decenni di vita repubblicana sono ormai davanti agli occhi di tutti, come sul piano globale sono ormai all’ordine del giorno guerre scatenate e persino invocate e genocidi che rimandano ai più orribili scenari novecenteschi. Le risposte da dare a queste drammatiche sfide devono essere davvero incisive e al tempo stesso di massa, ampie e convinte. E’ per questo quindi che saremo a Milano, alla manifestazione nazionale per il 25 aprile, portando con noi il nostro impegno quotidiano contro i fascismi rinascenti, contro l’intolleranza, contro la militarizzazione del dibattito pubblico, dei territori, dei corpi e delle menti.
Una città in comune, Pisa

Buongiorno, le scrivo come presidente dell’associazione tavolo della pace Franciacorta con sede a Rovato BS, manifestando la nostra volontà di aderire alla manifestazione nazionale per le celebrazioni del 25 aprile 2024 denominata «Viva la Repubblica antifascista, cessate il fuoco ovunque».
Barbara Danesi Savardi

C’ero 30 anni fa. Se esistono immagini o riprese e si vede uno zoppo, senza ombrello ma con una mantellina tutta rossa che cammina su e giù, sono io. Nel frattempo il mio fisico è peggiorato e quindi realisticamente non potrò partecipare. Una beffa se considero che negli ultimi 30 anni ho sempre detto a tutti che quella del 25 aprile 1994 è stata la più bella manifestazione della mia vita, e ne ho fatte tantissime altre di manifestazioni. Peccato! Era l’occasione per aggiornare la data.. auguro a tutti i partecipanti di poter dire di questo 25 aprile 2024: la più bella manifestazione della mia vita.
Andrea Cerale

Molti si dimenticano che il 25 aprile appartiene anche agli italiani all’estero. Quelli che sono scappati dall’Italia per colpa del fascismo e si sono ritrovati a fare la Resistenza nel paese di approdo: come il barbiere socialista Nico Colasanti, diventato l’uomo delle mappe nella Resistenza belga; o il tipografo comunista Etrusco Benci, divenuto capo di diverse unità partigiane in Spagna, in Francia e in Belgio; o la comunista Giuseppina Marcon, che nel suo caffè a Bray si scoprì rivoluzionaria e in Belgio organizzò diverse azioni partigiane. Il 25 aprile appartiene anche a quelli che hanno fatto la Resistenza in Italia e sono finiti all’estero per ragioni economiche: come il ciclista partigiano Ennio Odino, la spalla e il segretario di Fausto Coppi, che poi fondò l’ANPI con i partigiani minatori inviati al chilo dall’Italia in Belgio; o il partigiano Iorio Iori, partigiano ragazzino, anche lui in Belgio per pagare le bollette e avere una vita dignitosa. Infine, il 25 aprile appartiene anche ai nuovi migranti economici, quelli che sono andati via dall’Italia in cerca di fortuna, intelligenze senza un cognome che conta, senza una rete di protezione, quelli che “l’Italia solo per vedere i miei”. E ci si dimentica che all’estero le voci e le iniziative per celebrare la Liberazione dell’Italia dal regime nazifascista sono tantissime e si misurano anche con il boicottaggio più o meno diretto delle Autorità italiane che, anziché rappresentare i valori della Repubblica, spesso preferiscono assecondare gli orientamenti del Governo.
Il 25 aprile a Bruxelles, dei quattro Ambasciatori accreditati presso il Regno del Belgio, la Nato e l’UE nessuno sarà presente al Tir National per rendere omaggio agli oltre 300 partigiani fucilati dai nazisti, tra cui l’italiano Etrusco Benci. E nessuno di loro sarà in Rue de la Perle 10, sempre il 25 aprile, per pulire la pietra di inciampo dedicata al partigiano Etrusco Benci e per rendere omaggio ai cinque partigiani che vissero e morirono insieme a lui. Nessuno di loro, infine, sarà presente alla grande Festa della Liberazione, che raccoglie ogni anno circa duecento persone della variegata realtà antifascista italiana e belga. Sarà offerto l’ormai consueto pranzo del partigiano, sarà allestito un apposito spazio formativo e ricreativo per i bambini e organizzato un dibattito sul tema “RIPUDIA LA GUERRA”: una riflessione sugli articoli 11 e 21 della nostra Costituzione, insieme alla giornalista Stefania Maurizi, con le testimonianze di Emergency e di MSF e i video messaggi del giornalista Riccardo Iacona, dello scrittore Alessandro Robecchi, della prof.sa Francesca Albanese e del compagno Adelmo Cervi. I quattro Ambasciatori del Governo della Nazione non ci saranno. Così non ci sarà l’Italia, la Nazione, il Paese o il paese. Ci saranno sempre, però, gli italiani antifascisti che, per non sentirsi soli, si uniranno idealmente alla grande manifestazione di Milano. Viva il 25 aprile! Viva l’Italia antifascista.
Cristina (Anpi Bruxelles)

Grazie! Sono giorni che penso al 25 Aprile di quest’ anno con una certa tribolazione.
Il Mio Sindacato mi chiede di manifestare per la popolazione palestinese, la Brigata Ebraica che si spezza, la guerra in Ucraina….tutte ragioni importanti, ma mi mettono in difficoltà. Che fine fa in tutto questo il Nostro 25 Aprile? Io vorrei che il 25 Aprile restasse la Festa, la più bella dell’anno, la Festa che celebra la Liberazione dal nazifascismo, dall’orrore della dittatura, dalla guerra, dall’odio fra i vicini, dalla fame, dalla paura. Vorrei celebrare con gioia l’avvento della democrazia in Italia, la vittoria della lotta partigiana e la gratitudine a quelle donne e a quegli uomini che hanno avuto la visione ed il coraggio di costruire quella liberazione, per sé e per tutte e tutti noi. Lo so che i valori che ci hanno insegnato le partigiane e i partigiani e le grandi donne e uomini che hanno scritto la nostra bellissima Costituzione sono quelli che sostengono l’avversione verso la guerra e la crudeltà che vediamo in tanti conflitti in atto nel mondo, ma quelle cause meritano il loro spazio e dovrebbero stare fuori, per me, dalla Mia e Nostra festa. Voglio cantare, ballare, ricordare, ringraziare, piangere e ridere per il 25 Aprile come fecero quelle grandi donne e quei grandi uomini quasi 80 fa. Vorrei che lo facessimo tutte e tutti, unendoci e non dividendoci. Ci sarò, come sempre!
Elena Bianchin

Anch’io c’ero alla manifestazione del 25 aprile 1994! Fondamentale esserci anche nel 2024, raccogliere il testimone e fare un altro pezzo di strada, anche per chi non c’è più, perché “la Resistenza continua”, sono così tante e urgenti le lotte che l’Italia liberata e antifascista deve proseguire. Ad esempio: lo ius soli/ ius culturae per i nostri alunni! Grazie al Manifesto e arrivederci a Milano a tutti coloro che stanno preparandosi per esserci!!
Francesca Mastropierro, Molfetta/ Trento

Gino Strada a Milano per la manifestazione del 25 aprile 2010 (Ansa)
Gino Strada a Milano per la manifestazione del 25 aprile 2010 (Ansa)

Grazie Manifesto per l’idea di trasformare il 25 aprile di quest’anno in una netta presa di posizione. Giovedì prossimo sarò in piazza senza il mio taxi, ma con spirito partigiano. In testa anche Ludovico Geymonat, La società come milizia, e l’idea che per noi, ora, militanza è anche presenza fisica, visibilità dei nostri corpi nelle piazze, contro i manganelli e l’intento di disciplinarci. Ci sarò come cittadino e lavoratore, consapevole del fatto che i diritti politici, sociali, economici, del lavoro, così come quelli individuali, sollecitano cura costante da parte di ognunə. I nemici della democrazia non si distraggono e proprio quando si pensa di poter abbassare la guardia è il momento in cui si rischia di più. Per questo ci serve con urgenza un pensiero radicale, Contro il moderatismo, per dire ancora di un altro libro del partigiano Geymonat. Siamo ancora troppo distanti da una democrazia vera, reale, per tutte e tutti: inclusione, mutuo riconoscimento, pari opportunità devono garantire a ognunə il pieno sviluppo delle proprie capacità. Noi, opinione pubblica, dobbiamo alzare la voce, scandire con veemenza un NO al riarmo e alla guerra, logiche conseguenze di un sistema economico disumanizzante, che calpesta l’uomo ovunque lo incontri. I soldi per l’istruzione, la sanità, per i bisogni urgenti delle persone e della Terra ci sono, non lasciamo che siano spesi per guerre che dividono e uccidono i popoli, perché secondo un proverbio africano “quando due elefanti litigano è l’erba che soffre”. Al si vis pacem para bellum dei capitalisti in cerca di lauti profitti, opponiamo il cosmopolitismo di Kant e torniamo a prenderci cura di noi.
Luca Lamperti (Milano)

Si potrebbe, ma più che si potrebbe si deve protestare per la pace, per evitare una futile nuova distruzione e massacro di migliaia di persone. Ma vorrei anche che fosse l’occasione per rifondare una forza civile e politica pronta a manifestare e a lottare sulla base di pochi ma fondamentali punti in comune, è così assurdo? In fondo non si unirono le nostre madri e i nostri padri per combattere il fascismo, la guerra e i loro orrori? Non è assurdo che attualmente in una democrazia non ci sia una vera alternativa a questo governo e che le varie forze, in teoria opposte ad essa, siano divise? Non si potrebbe avere un Unione che vada dai Partiti ai Sindacati e al Popolo per organizzare manifestazioni e azioni intorno a dei punti saldi? Vorrei una forza che fosse per la Pace, per difendere gli Ideali della Resistenza e della Costituzione della Repubblica e per difendere la loro Vera Storia, per la Sanità e la Scuola, contro il grande manovratore, che Non deve essere lasciato libero, contro 55 miliardi di sussidi alle imprese (secondo l’Istat), ma poco ai lavoratori e nulla ai precari e chi non lavora.
Si potrebbe invece che subire riforme politiche tendenti a indebolire la democrazia, a proporre nuove riforme che rafforzino la democrazia, rafforzando la partecipazione politica dei cittadini? Intorno a questi temi si potrebbe creare una Confederazione di forze che sia in grado di sognare un nuovo mondo? Non è forse questo che ci manca? Non è forse questo che dovremmo ricordare? Quello che desideriamo veramente è un mondo migliore e sappiamo già che questo non va bene, dobbiamo solo unirci e lottare. Si potrebbe, per piacere?
Simone Devoto

Legambiente Lombardia aderisce alla proposta lanciata dal Manifesto per una grande manifestazione il 25 aprile a Milano. Saremo in corteo con i nostri colori e i nostri circoli territoriali, per affermare i principi fondanti della Costituzione italiana, nata dalla Resistenza partigiana e per affermare il nostro desiderio di un’Europa di pace e di giustizia sociale. Come disse Piero Calamandrei nel 1955 agli studenti milanesi: “La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. Ci saremo, quindi, per affermare e difendere tutti i principi sanciti dalla Costituzione, compreso quello della tutela dell’ambiente, della biodiversità degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazionI, come stabilito dalla nuova formulazione dell’art. 9. Grazie!
Barbara Meggetto

Ormai ci siamo. Il 25 aprile, festa nazionale della Liberazione dal nazifascismo, verrà celebrato e festeggiato in tantissime iniziative diffuse nei comuni della provincia e nei municipi di Roma a cui parteciperanno in tanti: giovani, anziani, famiglie, associazioni, partiti e sindacati democratici.
Mentre la censura taglia il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, ne veniamo informatǝ per la coraggiosa denuncia fattane da Serena Bortone, cui va il nostro ringraziamento e la nostra vicinanza, il testo censurato del monologo viene fortunatamente sempre più diffuso sul web e nei social significando che il senso del 25 aprile è sempre fortissimo, a dispetto di chi ci governa. Il senso del 25 aprile, quello di cui parlano le nostre piazze e che ricorderemo insieme giovedì a Porta San Paolo, è di apertura e condivisione.
Il 25 aprile è la festa di tuttǝ gli e le antifascistǝ e di chi si riconosce nella Costituzione democratica repubblicana che si ispira agli ideali di libertà, uguaglianza e solidarietà nati nelle lotte del Risorgimento e dell’antifascismo, della Resistenza e della guerra di Liberazione dall’oppressione nazifascista. I nostri cortei, le nostre manifestazioni e le nostre feste non sono mai stati preclusi a nessuno, anzi, abbiamo sempre auspicato la più grande ed estesa partecipazione.
I nostri simboli sono le bandiere dell’ANPI e i vessilli con i colori della Pace, perché l’art 11 della Costituzione impone il ripudio della guerra e in questo momento occorre un immediato cessate il fuoco ovunque nel mondo.
Dal palco di Porta San Paolo parleranno i partigiani e le partigiane, le loro associazioni, i giovani del mondo del lavoro, del volontariato, gli studenti e le studentesse. È stato invitato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e ci sarà il papà di Ilaria Salis, detenuta in condizioni indegne in Ungheria.
Sarà quindi, come sempre, un 25 aprile inclusivo e plurale, che parlerà di pace, libertà, lavoro, dignità e rispetto delle persone, di gioia e solidarietà con la Costituzione nel cuore.
Marina Pierlorenzi, presidente dell’ANPI provinciale di Roma

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento