Alias Domenica
Provocazioni di Jean Genet, da Eliogabalo all’incendiaria
Novecento francese Da Gallimard: la (ritrovata) pièce sul trasgressivo imperatore, che Jean Marais rifiutò d’interpretare; il soggetto del film «Mademoiselle» (Richardson, ’66)
Jeanne Moreau in una scena del film di Tony Richardson «Mademoiselle», 1966, foto Procinex/Getty Images
Novecento francese Da Gallimard: la (ritrovata) pièce sul trasgressivo imperatore, che Jean Marais rifiutò d’interpretare; il soggetto del film «Mademoiselle» (Richardson, ’66)
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 28 luglio 2024
A quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, Jean Genet continua a riservarci inaspettate sorprese. A tutt’oggi il suo profilo risulta difficilmente inquadrabile, in virtù di una vicenda biografica infarcita di aspetti anomali: abbandonato dalla madre in un orfanatrofio parigino, sarà affidato a una famiglia di contadini di Alligny-en-Morvan, dove avrà modo di appassionarsi, sua sponte, alla lettura. La sua esistenza si regge, fin dall’adolescenza, su tre irrinunciabili capisaldi: omosessualità, furto e tradimento. Perseguiti oltretutto con rigore maniacale, tesi al costante rovesciamento dei valori: in primis il tentativo di ricavare la santità dall’abiezione, equiparando crimine e dissipazione, finanche la delazione, alla stregua...