Alias Domenica
Cechov, inviato nelle galere zariste
Classici russi ritradotti Sobria e implacabile, la denuncia del Leviatano russo seguì ai tre mesi che lo scrittore passò con i galeotti, spacciandosi per un addetto al censimento: «L’isola di Sachalin», Adelphi
Isaak Levitan, "La sera sul Volga", 1887-1888
Classici russi ritradotti Sobria e implacabile, la denuncia del Leviatano russo seguì ai tre mesi che lo scrittore passò con i galeotti, spacciandosi per un addetto al censimento: «L’isola di Sachalin», Adelphi
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 23 luglio 2017
Quando l’11 luglio del 1890, dopo aver attraversato la Siberia in un viaggio estenuante che durò esattamente ottantuno giorni, Cechov intravide dal bordo della nave la sua meta finale, l’isola di Sachalin gli si presentò avvolta dalla fiamme. Il bagliore infernale irradiato da quella terra situata oltre le colonne d’Ercole è il preludio più adeguato per introdurre il lettore in un luogo, che l’ottusa politica di colonizzazione interna stava trasformando in un gigantesco bagno penale. A Cechov sarebbe occorso qualche anno per rielaborare la mole di impressioni e testimonianze collezionate durante la permanenza di tre mesi in quel posto realissimo...