Alias Domenica
Eisenstein, vita e mondo convergono sul Messico
"Sergei Eisenstein and the Antropology of Rythm", una mostra a Roma, Fondazione Nomas Secondo le curatrici Marie Rebecchi e Elena Vogman, l’antropologia visiva di Sergei Eisenstein ha il suo culmine in «Que viva Mexico!», il film incompiuto del 1931-'32
Sergei Eisenstein, un fotogramma del film messicano
"Sergei Eisenstein and the Antropology of Rythm", una mostra a Roma, Fondazione Nomas Secondo le curatrici Marie Rebecchi e Elena Vogman, l’antropologia visiva di Sergei Eisenstein ha il suo culmine in «Que viva Mexico!», il film incompiuto del 1931-'32
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 1 ottobre 2017
Dario CecchiROMA
Marie Rebecchi ed Elena Vogman sono due specialiste di Ejzenštejn: la prima italiana ma attiva presso l’EHESS di Parigi; la seconda presso la Freie Universität di Berlino. Sono le curatrici di un’interessante mostra alla Fondazione Nomas, a Roma (fino al 19 gennaio 2018). Titolo, Sergei Eisenstein and the Anthropology of Rythm. La fondazione si occupa principalmente di arte contemporanea. La mostra prefigura dunque un’incursione, ci auguriamo duratura, nel mondo delle «immagini in movimento». Non serve ricordare che Ejzenštejn è uno dei giganti della storia del cinema. Tuttavia, sebbene una celebre battuta faccia pensare il contrario, non fu affatto un pedante...