Europa

«I gilet gialli, un movimento politico più che sociale, contro ingiustizie e rappresentanza»

«I gilet gialli, un movimento politico più che sociale, contro ingiustizie e rappresentanza»Alain Bertho

Intervista Parla l'antropologo Alain Bertho direttore della Maison des sciences de l’homme di Paris Nord. «Intorno ad ogni singolo blocco stradale si sta sviluppando un discorso pubblico comune, un po’ come accaduto un paio d’anni fa nella capitale con la Nuit debout»

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 8 dicembre 2018
L’antropologo Alain Bertho, docente all’Università di Paris VIII e direttore della Maison des sciences de l’homme di Paris Nord studia da anni la «globalizzazione delle rivolte urbane», tema cui è dedicato anche il suo blog anthropologie du présent. I «gilet gialli» rappresentano un movimento sociale anomalo, che sembra essere unificato soprattutto dalla richiesta di dimissioni di Macron. Di cosa si tratta? Credo dovremmo cominciare a parlarne in realtà come di un movimento politico. Mi spiego. Si tratta di un fenomeno più radicato in alcuni settori sociali e in alcune zone del paese, ma che aggrega persone che provengono da ambiti...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi