Politica Giorgia Serughetti La volontà popolare deve affermarsi senza limiti. Chi è contrario viene additato come nemico. Da qui, le controversie che oppongono partiti e leader di questa famiglia politica alle decisioni delle Corti costituzionali o di quelle internazionali. Specialmente su temi identitari, cioè in materia di diritti delle minoranze etnico-razziali o sessuali, o di diritti riproduttivi Leggi |
| | Politica Alisa Del Re Le giovani donne si sentono oggi più a rischio, proprio perché sono più libere: hanno un orizzonte più complesso di quello che apparteneva alle ondate femministe precedenti, e usano termini inclusivi di battaglie che partendo dalle loro condizioni sociali e esistenziali si espandono a raggiera
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| Politica Paolo Virno | Lo schieramento politico, ma anche e soprattutto sentimentale, chiamato «sinistra» si è battuto sempre per lo «sviluppo delle forze produttive», ignorando con animo sereno la guerra civile latente che cova all’interno di tale sviluppo. Ha invocato l’unità nazionale e il rispetto dello Stato sovrano Leggi |
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Il commento della settimana Andrea Fabozzi | «Mi ha ucciso una parola troppo forte» ha scritto un poeta, la poesia si intitolava Epitaffio. A ucciderlo davvero fu una corda al collo, ma aveva ragione: le parole possono fare molto male. Non solo quando sono parole sbagliate, avversarie – anzi in quel caso sono riconoscibili nemiche. Ci si può difendere.
Oggi nei cortei le parole sono diventate cartelli, sono stati i Fridays for future a imporre la novità. Gli slogan non si urlano più (o quasi), si scrivono. Le parole avversarie si disegnano a testa in giù. Quelle amiche invece dritte, grandi, colorate.
Ma le parole amiche possono essere ugualmente pericolose. Alcune “nostre” parole sono diventate un po’ come la coperta per Linus. Rassicurandoci, ci tengono fermi. Oppure ci spingono, ma fuori strada.
Tante parole che hanno accompagnato i percorsi di liberazione, parole che sono state nel cuore o nei libri o nei canti della sinistra, sono diventate un ingombro. Un ostacolo. Anche la parola sinistra lo è diventato, si sostiene qui: in questo inserto che uscendo a capodanno invita a fare con alcune parole quello che si fa con le cose diventate inservibili. Le si butta dalla finestra.
È un alfabeto incompleto. Altre parole, altri concetti potevano finire nell’elenco.
Per esempio «piena occupazione», qualcosa che reclamiamo da sempre, un’ambizione che arriva ormai a legittimare ogni forma di impiego sottopagato, quando non gratuito, precario, senza garanzie, più un nuovo schiavismo che il vecchio lavoro.
Oppure «suffragio universale», quella che per decenni abbiamo considerato la condizione sufficiente per garantire l’uguaglianza dei cittadini elettori. E che continuiamo a invocare, malgrado la disgregazione dei corpi intermedi, gli artifici delle leggi elettorali e le barriere di censo per un verso, e per altro verso l’impermeabilità delle bolle alle informazioni rilevanti e la loro estrema permeabilità alle propagande, abbiano da tempo trasformato il momento elettorale in un inganno collettivo. L’elettore con la sua scheda in mano, solo nel vuoto di partecipazione, avanza verso la cabina elettorale con l’illusione di fare un passo verso la democrazia e la retorica del suffragio universale lo avvolge e gli copre gli occhi.
Non solo coperte di Linus, le parole amiche alle quali ci abbracciamo possono essere delle coltri.
Questo inserto invita a lasciarsi alle spalle questi luoghi rassicuranti ma pericolosi, non più comuni. Non è precisamente una strenna natalizia, vuole essere un tentativo di dare spessore alla riflessione politica, anche per reagire allo squallore del dibattito in una forma diversa dalla lamentazione.
Preparandolo, ci siamo accorti che quasi ognuna delle parole che qui vengono affrontate richiederebbe un discorso a parte. Le autrici e gli autori, tra le quali e tra i quali firme nuove e assai graditi ritorni, non lasceranno cadere il confronto.
Naturalmente ognuna di queste parole (ex) amiche ha un suo grado diverso di pericolosità, in genere proporzionale alla grandezza delle promessa che non è riuscita a mantenere. E nei pezzi che leggerete non tutte le parole sono considerate degli ostacoli da rimuovere senza alternative.
Ridare senso a una parola che ci ha accompagnato, ma che il senso ha ormai perso, può talvolta essere un’alternativa ad aprire la finestra e buttarla di sotto. Cosa che in generale è sempre bene fare con attenzione, anche con gli oggetti inutili, anche a capodanno. |
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| | | Politica Mario Ricciardi Leggi |
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| Politica Marco Bascetta A ogni sconfitta della sinistra si ripresenta ciclicamente la richiesta di tornare alle fondamenta, di rimettere sui binari qualcosa che ha deviato. Si invocano unificazioni dei frammenti divisi come se questo fosse il vero problema e non invece l’inconsistenza di una prassi comune a quasi ogni spezzone di quella storia
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| | Politica Bruno Montesano Contro la modernità disgregante del mercato, nazionale o globale che sia, si rimpiange la confortevole comunità tenuta insieme da quelle convenzioni che sono la lingua, la cultura, il sangue o la terra. Quella comunità non è mai stata edenica, spesso non è mai esistita, ma viene rappresentata come tale Leggi |
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| Politica Massimo De Carolis A generare la paralisi non è un deficit di impegno collettivo ma un problema politico profondo, che va affrontato per avere qualche speranza di superare l’impasse. Per quanto sia cresciuto come alternativa critica al progetto di globalizzazione neoliberale, infatti, il movimento contro le guerre non ha potuto fare a meno di condividerne alcuni presupposti, e dunque anche la sua crisi
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| | Politica Fulvia Giachetti Una filosofia che giustifica lo sfruttamento, innestato sulle stigmatizzazioni di razza, di genere e di casta, dominio indiscusso di classi capitalistiche trans-nazionali in guerra fra loro: parafrasando Dostoevskij, è un sistema che lungi dal rendere gli esseri umani liberi di fare ciò che vogliono, li rende schiavi di ciò che esso vuole
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| Politica Federica D’Alessio | Essere donna bianca è diverso dall’essere donna nera, essere donna lesbica è diverso dall’essere donna eterosessuale, avere figli è diverso dal non averli, ma nessuna di queste diversità fa la differenza. La differenza la fa essere donna in un mondo pensato per gli uomini Leggi |
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