Alias Domenica

Nicolas de Staël, immagine come colpo e memoria

Nicolas de Staël, immagine come colpo e memoriaNicolas de Staël, «Sicile», 1954, Musée de Grenoble

Parigi, Musée d'art moderne Per quantità e qualità, una mostra irripetibile. Il tono elevato, la potenza di stesura fanno del russo-francese Nicolas de Staël l’ultimo vero interprete di un’arte di antico e nobile lignaggio

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 31 dicembre 2023
Il mio amico Roberto Tassi, il più sensibile interprete italiano di Nicolas de Staël, raccomandava di astenersi, in linea di massima, dal citare nei propri scritti passaggi troppo belli, perché se le parole altrui sono troppo luminose possono fare impallidire il resto. Eppure, anche Tassi non si tratteneva dal riportare uno dei detti celebri di de Staël, che compare in una lettera dell’aprile 1950 al critico Roger Van Gindertael: «Non si dipinge mai quel che si vede o si crede di vedere; si dipinge a mille vibrazioni il colpo ricevuto, o ancora da ricevere, simile, diverso». Sono, in effetti, parole...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi