Alias Domenica
Pierre Boulez vs John Cage, sì al delirio sonoro, ma si rispetti la forma
Grandi scontri /9 Un colpo di fulmine, che si convertì in sodalizio e si risolse poi in una clamorosa rottura: Pierre Boulez si rifiutava, per principio, di accettare l’inclusione del caso nei processi compositivi. Alludeva all’uso dei Ching da parte di John Cage, che, a sua volta, esibì su «Contrepoints» il proprio disappunto
Jackson Pollock, «Numero 28, 1949»
Grandi scontri /9 Un colpo di fulmine, che si convertì in sodalizio e si risolse poi in una clamorosa rottura: Pierre Boulez si rifiutava, per principio, di accettare l’inclusione del caso nei processi compositivi. Alludeva all’uso dei Ching da parte di John Cage, che, a sua volta, esibì su «Contrepoints» il proprio disappunto
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 4 agosto 2024
Nella primavera del 1949, mentre saliva all’ultimo piano del palazzo di rue Beautreillis dove abitava Pierre Boulez, a pochi passi dalla casa in cui vent’anni dopo sarebbe morto Jim Morrison, Aaron Copland sentì un pianoforte che rovesciava sulla tromba delle scale una musica selvaggia, inaudita, incomprensibile. Copland era tornato a Parigi per scoprire le ultime tendenze della musica moderna, e John Cage gli aveva consigliato prima di tutto di andare a trovare Boulez. Quando il musicista francese ebbe finito di suonare parti della Seconda Sonata per pianoforte che stava componendo, Copland chiese al giovane maestro: «Ma allora dobbiamo cominciare da...