Visioni
Reimmaginando il Libano nell’amore clandestino di «Dirty, Difficult, Dangerous»
Venezia 79 Il film di Wassim Charaf in concorso alle Giornate degli autori, al centro i nuovi «senza terra», i siriani fuggiti dal conflitto
Una scena di «Dirty, Difficult, Dangerous»
Venezia 79 Il film di Wassim Charaf in concorso alle Giornate degli autori, al centro i nuovi «senza terra», i siriani fuggiti dal conflitto
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 1 settembre 2022
Cristina PiccinoVENEZIA
Dirty, Difficult, Dangerous, «Sporco, difficile, pericoloso», sembra riassumere sin dal titolo il paesaggio emozionale dei due protagonisti che lo abitano fatto di miseria e di costrizione, bersagliato dal disprezzo e dallo sfruttamento. Wassim Charaf, il regista, racconta il suo film – che ha aperto ieri le Giornate degli autori, la sezione indipendente della Mostra con la direzione artistica di Gaia Furrer, come «la storia di due angeli» cioè i personaggi di Mehdia e Ahmed, lei una ragazza etiope «comprata» da una ricca signora libanese come badante al marito, un colonnello in pensione ormai fuori di testa, che passa da momenti...