Cultura

Bentivegna e i Gap, memoria del Paese

Bentivegna e i Gap, memoria del PaeseUna scena dal film «Roma città aperta» di Roberto Rossellini

Nelle stanze dei libri /11 I faldoni raccolti dai partigiani sono ora nell’Archivio Storico del Senato. Testi e documenti che «Paolo», il suo nome nella Resistenza, aveva riunito spesso per difendersi nei tanti processi che dal 1948 aveva dovuto affrontare. Nel cuore delle istituzioni della Repubblica anche le «carte» di Carla Capponi, Lucia Ottobrini e Mario Fiorentini. Oltre a quelle di Franco Calamandrei e Maria Teresa Regard

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 23 agosto 2020
Nello scorrere dei secoli gli archivi sono nati in tanti modi e tempi diversi: per volere dei monarchi, per scelta delle istituzioni, per lo spirito di volontà di istituti e fondazioni pubbliche che lavorano sulle carte di figure importanti della storia, della politica, della cultura. Si verificano casi, invece, in cui un archivio nasce e prende forma «dal basso», senza un criterio rigidamente «ufficiale», per opera di chi, pur avendo vissuto la propria esistenza in una misura sia pubblica che privata, non avrebbe pensato che quei suoi ricordi sarebbero divenuti strumento di conoscenza del tempo storico. SONO PASSATI circa vent’anni...

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