Edizione del 18 marzo 2022

Il dialogo c’è, ma non procede. La guerra in Ucraina entra nella quarta settimana con un nuovo bilancio di morti e distruzione nelle città sotto assedio. Le bombe sul teatro-rifugio di Mariupol resta ancora «da chiarire». Macron: «Pronti a una guerra ad alta intensità in Europa»

I temi dell'edizione
Analisi generata da MeMaAnalisi generata da MeMa
kiev incendio
Internazionale

A ferro e fuoco

Marco Boccitto

A ferro e fuoco Il dialogo c’è, ma non procede. La guerra in Ucraina entra nella quarta settimana con un nuovo bilancio di morti e distruzione nelle città sotto assedio. Le bombe sul teatro-rifugio di Mariupol resta ancora «da chiarire». Macron: «Pronti a una guerra ad alta intensità in Europa»

Suprematisti e neonazisti in partenza contro Putin
Internazionale

Suprematisti e neonazisti in partenza contro Putin

Marina Catucci

Crisi ucraina Intelligence in allarme: stimano 20mila combattenti in partenza verso l'Ucraina, organizzati sui social e i canali Telegram. Come ricostruisce un'inchiesta del Washington Post, hanno un obiettivo: combattere la Russia per creare un modello di Stato etnico ultranazionalista da esportare

Incertezza economica, la Bce non decide
Economia

Incertezza economica, la Bce non decide

Anna Maria Merlo

Guerra in Ucraina Lagarde non alza i tassi, a differenza di Fed e Bank of England. L’Ocse rinuncia alle stime, ma mette in guardia con l’Fmi: l’aumento dei prezzi di grano e cereali avrà conseguenze tragiche, sociali e politiche, nel mondo, a cominciare dall’Africa e dal Medioriente

Francia, il programma liberal di Macron
Europa

Francia, il programma liberal di Macron

Anna Maria Merlo

A 24 giorni dal primo turno delle presidenziali, Emmanuel Macron, buon ultimo, ha presentato ieri le grandi linee del suo programma per i prossimi 5 anni. Oltre al recupero di […]

La filosofia africana e il mondo che verrà
Cultura

La filosofia africana e il mondo che verrà

Jamila Mascat

Souleymane Bachir Diagne Una intervista con il filosofo senegalese e direttore dell’Institute for African Studies alla Columbia University di New York. «Alcune cosmologie, come quella Dogon o Serer, suggeriscono di ricollocare l’umano in seno al vivente»

La ricerca di un spazio dei piccoli lettori facendo i conti con povertà e analfabetismo
Cultura

La ricerca di un spazio dei piccoli lettori facendo i conti con povertà e analfabetismo

Sandra Tamele

Children’s book fair di Bologna Dal Mozambico, l’intervento della fondatrice di Editora Trinta Zero Nove. Dei trentasei editori e librai esistenti nel Paese, pochissimi si rivolgono all’infanzia e ai giovani adulti. Io stessa posso considerarmi una editrice per ragazzi di ultima acquisizione, essendo entrata nel settore casualmente attraverso un progetto di promozione della traduzione letteraria tra i giovani

Storytelling, una strategia salvifica
Cultura

Storytelling, una strategia salvifica

Swaady Martin

Children’s book fair di Bologna L'autrice è editrice e scrittrice, ha lanciato l’indipendente Lovingkindness Boma. L'Africa è il continente più giovane con oltre il 75% della popolazione sotto i 35 anni e il 41% sotto i 15 anni. Per questo, potenzialmente rappresenta il più grande mercato di libri per bambini al mondo. Le sue sfide possono sembrare insormontabili, ma rendono anche l’Africa uno dei luoghi migliori per immaginare un differente funzionamento dell’industria dei libri

Al servizio del pensiero unico
Commenti

Al servizio del pensiero unico

Vincenzo Vita

Media L’informazione è oggi una componente attiva della guerra: in Russia si rischia la prigione se viene rotta l’omertà e il dissenso è proibito con logiche fasciste; nel democratico occidente censure e autocensure impazzano.

Lo sgombero invisibile del Negev non è mai finito
Internazionale

Lo sgombero invisibile del Negev non è mai finito

Chiara Cruciati

Palestina/Israele Nel 1951, in tempo di pace, lo Stato di Israele ordinò un’operazione militare contro propri cittadini, i beduini palestinesi del deserto meridionale. Poi con una legge «a tempo» gli prese le terre. Lo storico israeliano Gadi Algazi racconta la sua scoperta, che ora entra di prepotenza nelle aule di tribunale chiamate a decidere il destino dei villaggi beduini